Non si fermano più. E non rispettano nemmeno la Pasqua. A quasi due settimane di distanza dalle fucilate contro l'abitazione, i criminali hanno distrutto pure la vita di Nino Sanna, 65 anni, imprenditore. Nella mattinata di domenica, qualcuno è entrato nel cortile della sua azienda in zona Mameli, periferia di Fonni, quindi nel capannone dove Sanna tiene i suoi mezzi meccanici (una grossa benna e una ruspa).

E qui, dopo aver cosparso di benzina - o comunque di un liquido infiammabile - buona parte del locale oltre alle macchine, ha appiccato il fuoco per poi sparire nelle campagne. Le fiamme si sono propagate in fretta nell'intero fabbricato e una colonna di fumo nerissimo, quando ormai era alta nel cielo, è stata notata in paese.

Non c'è voluto molto per capire da che parte stesse arrivando e i sospetti su quale fosse la vittima hanno subito preso corpo. Era sempre Sanna, per la seconda volta nel giro di quindici giorni. Solo che in quest'ultima occasione i delinquenti sono andati oltre, distruggendo il frutto del lavoro di tanti anni senza alcuno scrupolo. Anzi, quasi con una scientifica consapevolezza.

ROGO DEVASTANTE Dal rogo non si è salvato nulla, compressori, attrezzi, macchine e materiale vario è andato perduto. I danni supererebbero abbondantemente i 300 mila euro. C'era tutto quello che serviva all'azienda di Nino Sanna per il suo lavoro di movimento terra. Una piccola impresa tirata sù con grandi sacrifici e investimenti, ridotta a un mucchio di macerie annerite e fumanti.

I MOTIVI E tutto per una storia in cui Sanna non c'entra proprio nulla. Lui è il segretario del Psd'az di Fonni, ma il suo impegno politico non ha niente a che vedere con la follia delirante di chi ha deciso, già da un pezzo, di mettere in atto assurde vendette e intimidazioni trasversali. Sì, perché l'attentato incendiario e le fucilate alla casa trovano la loro origine nella medesima ragione, se ragione la si vuol chiamare.

Cioè, l'aver accolto nella sua abitazione la fidanzata del figlio, Chiara Loi, sorella di Cristina, vera “pietra dello scandalo”, che avrebbe avuto il torto di dire no a un corteggiatore dando così il via a una lunga serie di minacce e intimidazioni ai danni della sua famiglia.

GLI SPARI Che lo scorso anno si concluse con un conflitto a fuoco tra i carabinieri (che tenevano sotto controllo casa Loi) e i malviventi. Ci scappò il morto, Ignazio Manca, ogliastrino e sembrava che la questione dovesse chiudersi lì. Invece no, qualche settimana fa, l'incubo degli spari sui muri dell'abitazione di via Sassari è ricomparso. Ed è di quindici venti giorni fa la decisione di Chiara, studentessa universitaria, di andare a vivere dal fidanzato nella speranza di ritrovare la tranquillità. Invece no.

VOX POPULI Per gli inquirenti, le cose sono legate dallo stesso motivo. Questo è anche quello che si pensa e quanto si racconta a Fonni e dintorni. D'altronde, altre ipotesi non ne esistono. I Loi e i Sanna, e non sono solo voci di paese, sono famiglie benvolute e stimate da tutti. Non un'ombra nel loro passato, ma una vita specchiata. Hanno dimostrato sensibilità e disponibilità verso chiunque avesse bisogno e questo, in Barbagia, nessuno lo dimentica. ( v. f. )
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