Flavio Carboni si confessa in televisione:«Ecco come pagavo Verdini e Dell'Utri»
Flavio Carboni ha parlato giovedì sera in tv, a La 7, dei suoi rapporti con Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri e Denis Verdini, oltre che dell'inchiesta P3: «Il premier? I guai che ha se li è proprio cercati».Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ha parlato dal salotto della sua casa di via del Canaletto, a Roma. Quasi divertito e imperturbabile, come se l'inchiesta su P3 ed eolico non lo sfiori nemmeno. Flavio Carboni, intervistato ieri in prima serata dal giornalista Corrado Formigli, che ha inaugurato il suo programma in prima serata su La 7, ha accettato di parlare dei suoi affari con Verdini, Dell'Utri e Berlusconi. «Il presidente lo conobbi nel '73, mi venne presentato da Comincioli. Allora pensava solo a lavorare e non era come ora, interessato a possedere tutte le donne del mondo. I guai che ha se li è proprio cercati». A proposito della vendita di villa Certosa Carboni ha ricostruito un episodio già noto: «Tanti anni fa, quando ero in carcere, un mio collaboratore passò in garanzia la villa ad un personaggio molto particolare, Non era un piduista, forse un usuraio è la parola più propria. Questa villa purtroppo finì così, finì che da quell'usuraio poi dopo ebbe il mio consenso, Berlusconi debbo dire mi diede una compensazione, compensò in parte è vero».
L'uomo d'affari originario di Torralba ha parlato anche dell'affare eolico: «Il mio interesse era quello di incontrare Verdini perchè telefonasse al presidente sardo Cappellacci affinchè finalmente si decidesse a dare una risposta a una legge che teneva ferma e nessuno si spiegava il perchè». Al conduttore che gli chiedeva delle dazioni a Dell'Utri (100 mila euro) e Verdini (800 mila) ha risposto quasi stizzito: «Con dell'Utri abbiamo avuto da un tempo uno scambio di favori, di cortesie». Verdini era considerato centrale nella strategia di Carboni: «Vedevo in lui una mano utile in un contesto di conoscenze importanti, del resto era coordinatore, come il segretario di un partito una volta, no?». L'imprenditore, sotto inchiesta per la presunta costituzione di una società segreta, ha parlato anche dei prestiti di Berlusconi a Dell'Utri: «Un mio convincimento, e direi anche profondo, è che l'onorevole Dell'Utri abbia fatto molto nell'interesse di Berlusconi sia come imprenditore, prima, che come politico, poi.
Per cui il fatto che gli abbia prestato non mi meraviglia, io glieli avrei dati fossi stato Berlusconi anche perchè Berlusconi è molto ricco e Dell'Utri non lo è, anzi è molto, diciamo così “bisognoso”, diciamo che ha problemi economici».