Enrico Rizzi: «Gli allevatori sardi mi chiedono di difendere le loro mucche. Scordatevi il mio sostegno»
L’animalista sugli abbattimenti per la dermatite bovina: «Se una mucca muore perché uccisa dentro il vostro allevamento o all’interno di un mattatoio, per me non fa differenza»Nel riquadro, Enrico Rizzi a Cagliari
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«Se una mucca muore perché uccisa dentro il vostro allevamento o all’interno di un mattatoio, per me non fa differenza».
Nuova polemica tutta sarda per l’animalista Enrico Rizzi, già coinvolto nel caso dell’ormai famoso Rodolfo, il cammello di Ovodda.
Questa volta si parla di dermatite bovina, e secondo quanto afferma l’animalista in molti gli stanno scrivendo dall’Isola per chiedergli aiuto, ma possono «scordarsi» il suo sostegno: «Gli allevatori sardi – scrive Rizzi sul suo profilo Facebook - in queste ore mi scrivono e mi chiedono di difendere le loro mucche che a breve verranno uccise, su decisione dell’Autorità, perché colpite da una malattia. Poverini, sono dispiaciuti per i loro animali che se uccisi dalle autorità non frutteranno ovviamente denaro. Invece senza il virus infettivo, le mucche tra le vostre mani sarebbero morte di vecchiaia, vero?».
Per questo, prosegue Rizzi, «scordatevi il mio sostegno. Se una mucca muore perché uccisa dentro il vostro allevamento o all’interno di un mattatoio, per me non fa differenza. E non fa differenza neanche al povero animale».
Stop allevamenti e riconversione delle aziende, questa la soluzione dell’animalista, che chiude così il suo post, a corredo del quale c’è un’immagine di carne in 3D: «Quando comincerete a capire che nel Terzo Millennio non c’è più spazio per gli allevamenti di animali e che le vostre aziende vanno riconvertite, magari commerciando carne vegetale stampata in 3D come questa, di altissima qualità, allora potremmo (forse) riparlarne».
(Unioneonline)