È morto Nicola, Nichi, Grauso, 76 anni, cagliaritano, ex proprietario de L’Unione Sarda fino al 1999, quando la proprietà passò all’attuale editore Sergio Zuncheddu.

Imprenditore visionario, pioniere del nuovo mondo dell’informazione, riuscì a interpretare i segni di quel futuro che era alle porte. Nel 1975 aveva dato vita a Radiolina Fm 98 Mhz, la prima radio privata in Sardegna e tra le prime in tutta Italia. A pochi mesi dall’inizio dell’avventura radiofonica, era andato alla conquista anche del mondo televisivo battezzando le trasmissioni di Videolina, la prima televisione via etere dell’Isola.

Il 17 maggio 1985, grazie al successo dell’ormai decennale esperienza editoriale di Videolina e Radiolina, ebbe inizio l’avventura a L’Unione Sarda. Di cui nel 1994, quando il web era una creatura misteriosa e ignota, fondò il sito, Unionesarda.it, primo giornale online in Europa e secondo nel mondo dopo il Washington Post. Fu lui sempre negli anni Novanta a dare vita al primo internet provider globale d'Italia, Video On Line.

Si candidó come sindaco alle comunali di Cagliari nel 1998. E divenne consigliere regionale con un suo progetto chiamato Nuovo movimento.

A febbraio del 2024 aveva ricevuto la terribile diagnosi: carcinoma a piccole cellule, inoperabile. «Uno dei tumori più aggressivi, se gli lasci un attimo riprende vigore», raccontava nell’ultima intervista a L’Unione Sarda. Ma l’aveva affrontato con determinazione: «Non ho percezioni negative e non so più cos’è la depressione, lavoro con una potenza che non conoscevo e una motivazione fortissima. Dialogo con mio nipote di 26 anni con soddisfazione, abbiamo tanti progetti». 

Internet, in fondo, lo aveva deluso: «Pensavo che la rete avrebbe avuto un effetto salvifico, liberatorio, e parzialmente lo ha avuto. Ma non immaginavo questa evoluzione. Se mi devo comprare un posacenere vado su Amazon anziché scendere nel negozio in strada. Ma sbaglio». Eppure, ne era convinto: non bisognava mai arrendersi allo strapotere del digitale perché «la nostra terra va difesa senza fanatismi, con rigore e serietà, tenendo il carico a bordo perché altrove qualcuno vuol decidere come va il mondo. Anche il nostro».

(Unioneonline/D)

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