Droga, armi e omicidi: il pm chiese 4 ergastoli
Per i boss della banda il giudice chiese quattro condanne all'ergastoloPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Questo processo metterà la parola fine all'attività del gruppo criminale più pericoloso che abbia mai operato in Sardegna». Il pubblico ministero Danilo Tronci conclude in meno di un'ora una fatica iniziata otto udienze prima: dopo aver accennato al ruolo di alcuni dei 31 imputati, chiude la requisitoria sollecitando alla Corte d'Assise 4 ergastoli e 287 anni di carcere. In verità il pm calcola 5 ergastoli, non sa che Luigi Paderi è morto 7 giorni fa: l'imputato era da tempo libero per motivi di salute e nessuno ha comunicato il decesso, così la circostanza salta fuori quando Augusto Savona dalla gabbia protesta a voce alta.
Il pm ricorda i numerosi riscontri alle dichiarazioni dei pentiti Antonio Fanni (morto suicida in carcere), Maurizio Cossu e Salvatore Arba. E mette l’accento sulle «intercettazioni captate dal Ros dei carabinieri nel 2000, a otto anni di distanza dagli omicidi: registrando Giuseppe Mascia a Buoncammino si è scoperto che il traffico di droga continuava attraverso i canali di sempre». Silenzio assoluto in aula quando il magistrato chiede il carcere a vita per Salvatore Cabiddu (già condannato all'ergastolo), per Giuseppe Mascia («ha dimostrato ferocia nell'omicidio del suo amico Pietro Stori e durante il processo ha cercato disperatamente di occultare le prove»), per Sandro Melis («mandante del delitto Stori»), per Riccardo Piras («responsabile di un duplice omicidio efferato compiuto con l’inganno»). Per il boss Mario Tidu, già condannato all'ergastolo nel primo processo alla banda di Is Mirrionis, il pm sollecita 30 anni. Richieste pesanti anche per Giuseppe Paderi (22) e Giovanni Farigu (15) . Salvatore Arba, un pentito determinante nel far luce sul delitto Stori, secondo Tronci ha diritto invece a uno sconto consistente (16,6).
Le vicende rievocate in aula dal pubblico ministero risalgono ai primi anni Novanta quando alcune bande a seconda della posta in palio si associarono e si fecero la guerra, per la droga ma anche per le armi. Tutto cominciò nel 1989 e proseguì anche oltre il blitz che il 18 dicembre 1991 decapitò i vertici dei gruppi armati. Erano gli anni degli omicidi in piazza, degli attentati ai commissariati, delle vendette con le bombe a mano: giustizia fai-da-te, regolamenti di conti, battaglia a tutto campo per il controllo del mercato della droga a Cagliari e dintorni tra la banda Strazzera, la banda Paderi, la banda di Is Mirrionis, la banda Contu-Fanni-Cossu.
Antonio Strazzera (il 32esimo imputato uscito da questo processo per motivi di salute) capeggiava un gruppo al quale viene contestato l'omicidio di Eraldo Carrucciu, portantino in ospedale sempre in malattia con il vizio del traffico di droga e del gioco d'azzardo. Fu assassinato il 7 febbraio 1990 per uno sbilancio di droga e carte: il suo corpo fu trovato da un cercatore di funghi, crivellato da numerosi proiettili.
L'omicidio Carrucciu provocò un capovolgimento dal quale nacque la banda di Mario Tidu. Strazzera forniva la droga, quando non gli veniva rapinata. Questa banda attraverso Andrea Manca aveva rapporti con gli stiddari di Gaetano Iannì: dal confino di Carbonia, trattavano la droga che finiva sul mercato cagliaritano. Da lì i contrasti con Is Mirrionis.
Luigi Paderi, uno dei capi della banda di Is Mirrionis, per un certo periodo lavorò anche in proprio: al suo gruppo vengono imputati la gambizzazione di Maurizio Pusceddu e il duplice omicidio di Diego Porcedda e Mariano Deidda, gli olandesi.
Fu trovato solo il corpo di Deidda, seppellito in campagna, vicino a Sestu. La banda Cossu-Contu Fanni per l'importanza del traffico di droga era la principale. Per qualche tempo Contu fu socio di un trafficante di Suelli, Pietro Stori. I loro clienti erano quelli di Is Mirrionis. Nell'estate 1991 Fanni ebbe contatti con Sandro Piu (in contrasto con la banda Tidu) che, appena scarcerato, voleva conquistare il mercato cagliaritano. Dopo l'omicidio di Sandro Marras per mano della banda di Is Mirrionis e a causa di un cattivo affare tra Contu e Piu, Contu e Fanni si schierarono definitivamente con Tidu. Cominciò allora una incrociata caccia all'uomo lungo le vie della città. In questo contesto il 9 novembre 1991 fu assassinato Stori per un gravissimo contrasto legato all'acquisto di una partita di droga da un miliardo e mezzo di lire. Lo stupefacente era di pessima qualità e Stori voleva indietro i soldi investiti, 500 milioni. Dopo una settimana di appostamenti, Stori fu assassinato da una quinta banda, quella di Sant'Andrea Frius capeggiata da Giuseppe Mascia.
Il 22 gennaio del prossimo anno prenderanno il via le prime arringhe difensive.
Maria Francesca chiappe