Detenuti da Regina Coeli alla Sardegna, Uspp: «Stiamo diventando un cestino della spazzatura»
Il sindacato denuncia la situazione nelle carceri isolane: sovraffollamento, rischio collasso e organici insufficienti, mentre la polizia penitenziaria gestisce l’emergenzaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«In tutta questa storia manca il plauso alla polizia penitenziaria». Il giorno dopo le polemiche sindacali per l’arrivo improvviso dei detenuti da Regina Coeli nelle carceri isolane, l’Uspp si esprime su alcuni punti dell’operazione. «Gli agenti hanno gestito un’emergenza- riferisce Andrea Pistis, segretario regionale dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria- in modo egregio, dal tardo pomeriggio del 9 ottobre senza mai fermarsi fino alla tarda mattinata del 10». Il trasferimento è stato causato dal crollo di parte del tetto di una sezione del carcere romano e avrebbe portato in Sardegna circa 120 detenuti, tra i 60 di Bancali e Alghero, i 31 di Massama, dove a una persona sarebbe stato trovato un cellulare, e i 26 circa di Uta.
Ma per quanto la collocazione delle persone sia stata assolta dalla polizia penitenziaria con successo, le controversie restano. «Si sta facendo della Sardegna il cestino della spazzatura della situazione detentiva», attacca Pistis. E sottolinea come nell’istituto algherese si sia a pieno carico- «pieno come un uovo e che rischia il collasso»- e a Bancali continui il sovraffollamento. «Ho visto che ci si vanta dei nuovi agenti che arriveranno nell’isola dopo il 185° Corso. Siamo contenti ma va precisato che non bastano per nulla».
Sono circa 79 i poliziotti diplomati che hanno preso o prenderanno servizio nelle strutture sarde, 60 gli uomini, 19 le donne. «Bisogna però considerare che da adesso a maggio 2026 ci saranno oltre 80 pensionamenti”. Insomma l’organico resterà insufficiente, anche nelle colonie che, continua il segretario, “vengono riempite in mancanza degli agenti necessari». Le problematiche carcerarie sono diverse, dall’arrivo dei detenuti del 41 bis a Cagliari alle criticità sanitarie: «La politica in tutto questo è assente». La presenza costante è invece quella della polizia penitenziaria.