I servizi di pronto soccorso di Cagliari e Sassari sono sempre di più “al collasso”.

E’ quanto hanno denunciato i direttori dei reparti d’emergenza delle due città e i commissari Cannas, Foddis e Spano, nel corso di un’audizione davanti alla commissione Sanità del Consiglio regionale.

I responsabili sanitari hanno sottolineato come, da un anno e mezzo, i medici, gli infermieri e gli operatori socio-sanitari dei reparti lavorino senza sosta per curare e salvare i pazienti colpiti dal Covid. Ma, hanno sottolineato, il personale è carente, per questo si spera che entro ottobre, a conclusione del concorso per gli infermieri, possa essere disponibile una graduatoria di circa 1.400 idonei da cui attingere.

Per ora "stiamo rincorrendo il virus", ha sintetizzato la direttrice del pronto soccorso dell'Aou di Cagliari Rosanna Laconi. In particolare "agosto è stato un mese molto duro perché i numeri sono saliti enormemente": 3.400 pazienti visitati. Per questo, ha spiegato, "il personale è stanco, troppo sotto pressione". E, ha aggiunto la commissaria straordinaria Foddis, "è sufficiente che qualcuno si assenti per qualunque motivo per mandare in crisi la struttura".

Al Brotzu non va meglio: il direttore Fabrizio Polo ha ricordato che "quello che era un reparto di appoggio del Pronto soccorso con 12 posti letto, è stato trasformato in una semi intensiva Covid. Non saremo in grado di reggere un ottobre e novembre come quello del 2020", ha avvertito.

Per quanto riguarda Sassari, il direttore del pronto soccorso Mauro Oppes ha spiegato che la situazione è più tranquilla rispetto al capoluogo, in quanto "gli accessi complessivi sono pari a quelli degli anni precedenti al Covid". 

(Unioneonline/l.f.)

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