Diventa un caso la decisione di trasferire, dopo il cedimento di un tetto, un centinaio di detenuti stranieri dal carcere romano di Regina Coeli ai penitenziari sardi, in particolare quelli di Sassari e Alghero. 

Dopo la presa di posizione dei sindacati di Polizia Penitenziaria, che hanno espresso «perplessità» per la scelta a causa del sovraffollamento che caratterizza gli istituti di pena dell’Isola, sulla vicenda è intervenuta anche Irene Testa, Garante regionale persone private della libertà personale.

«Tra tutte le regioni dove potevano essere allocati i detenuti sfollati da Regina Coeli guarda caso si sceglie la Sardegna. Così come si sceglie la Sardegna per trasferire 92 detenuti in 41 bis», scrive Testa sui social. Aggiungendo: «Bancali non è certo nella condizione di ospitare nuovi giunti con un tasso di riempimento del 120%. Alghero a fatica riuscirà a garantire il trattamento intensificato per il quale in passato si distingueva. A Uta il tasso di riempimento è al 124%. In quali condizioni saranno costretti a lavorare gli agenti di polizia penitenziaria? I direttori e tutti gli operatori? In che modo i detenuti potranno ricevere assistenza sanitaria adeguata vista la mancanza di farmaci, medici e specialisti?», si chiede Testa. «Ancora una volta – conclude la Garante – l'Isola viene trattata come una subcolonia. Già domani e lunedì andrò personalmente a svolgere una visita ispettiva nei due penitenziari di Alghero e Bancali per verificare personalmente la situazione».

(Unioneonline/l.f.)

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