11 aprile 2011 alle 23:30aggiornato il 11 aprile 2011 alle 23:30
Carbonia: rivolta popolare, sfratto rinviato
La loro casa e l’azienda agricola di famiglia sono state vendute all’asta, ma questa mattina a Terra Segada, frazione a qualche chilometro da Carbonia, una sollevazione popolare ha impedito che la famiglia Sairu venisse sfrattata dall’ufficiale giudiziario. Centinaia di persone sono arrivate da ogni angolo del territorio, sotto l’unica bandiera del gruppo Sulcis artigiani e commercianti liberi e, affiancate dal movimento Pastori sardi, hanno fatto un muro umano davanti all’ingresso della proprietà venduta all’asta per far fronte a un debito con la banca. Un debito causato dal gran pasticcio della legge 44 del 1988, quella che Salvatore Angelo Sairu aveva utilizzato per accendere un prestito finalizzato a creare un’impresa agricola di famiglia ma che poi, con l’intervento dell’Unione europea che ha portato la Regione a ritirare ogni incentivo, si è rivelato un incubo. Debiti alle stelle, beni pignorati e venduti a chi oggi vuole prendere possesso della casa e dell’azienda dei Sairu ma che questa mattina ha trovato una marea umana a difenderli. Una battaglia vinta, ma il 25 maggio, questa la data fissata oggi dall’ufficiale giudiziario per lo sfratto, la guerra riprenderà.
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