«In questo momento abbiamo bisogno anche della vostra autorevole voce: aiutateci, se potete, a far riavviare la nostra fabbrica». E' l'appello lanciato dagli operai dell’Eurallumina di Portovesme ai funzionari russi presenti a Carbonia per il seminario internazionale sui rapporti fra i popoli del Mediterraneo e la Russia organizzato dall’Isprom nella Grande miniera di Serbariu. Un appello accorato quello di Antonello Pirotto, un delegato delle maestranze della fabbrica di ossido di alluminio, rivolto non a caso al mondo accademico russo dato che russa è la Rusal, proprietaria dell’Eurallumina, che un anno fa ha deciso di sospendere la produzione. Da allora 400 operai operai stanno combattendo una battaglia quotidiana per rimettere in marcia lo stabilimento. Ieri, al termine della tre giorni di analisi scientifiche e culturali sui legami storici e attuali fra il Mediterraneo e la Russia, gli operai hanno trovato un alleato in più: è una parte del mondo accademico russo a cui è stato chiesto di farsi portavoce in patria dei disagi provocati nel Sulcis dalla multinazionale russa. «Qui i vostri connazionali hanno creato un enclave economica - ha sottolineato Pirotto - per farla ridecollare abbiamo bisogno che trasmettiate questo messaggio: non siamo gente che vuole vivere di assistenzialismo». A rilanciare l’appello è stato qualche istante dopo anche il presidente della Provincia, Tore Cherchi: «Siate ambasciatori del nostro problema, fate valere il vostro prestigio culturale per aiutarci». Richiesta sottoscritta anche dal sindaco di Cagliari Emilio Floris, ospite del seminario.
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