Cappellacci: «La legislatura ormai è finita, serve una scossa sui principali problemi della Sardegna»
Il coordinatore regionale di Forza Italia esclude strappi di fine mandato: «Ma l’azione di governo purtroppo fatica ad avere un ritmo soddisfacente»Ugo Cappellacci, presidente della commissione Affari sociali della Camera e coordinatore di Forza Italia Sardegna (Archivio)
L’altro giorno ha lasciato il vertice di Villa Devoto. Ma Forza Italia, di cui è il coordinatore regionale, voleva solo dare una scossa, invitare la coalizione a rendere più scaltra l’azione di governo: «Nessuno strappo, sia chiaro».
Ugo Cappellacci, ex governatore, esclude saluti anticipati rispetto alla fine della legislatura. Oggi è presidente della commissione Affari sociali della Camera e a Christian Solinas, che tra l’altro fu assessore ai Trasporti nella sua Giunta, chiede un’accelerazione di fine mandato.
Presidente Cappellacci, c’è chi ha gridato allo strappo nella coalizione.
«Lo strappo, se di strappo si può parlare, è quello che è in corso tra un'azione di governo degli obiettivi di legislatura e i risultati che ancora non arrivano».
È una bocciatura per l’azione di governo?
«Diciamo che l'azione purtroppo fatica ad avere un ritmo soddisfacente e, nel frattempo, la Sardegna continua ad avere tantissimi problemi da risolvere».
E il mandato volge ormai al termine.
«La legislatura è sostanzialmente finita perché mancano appena dodici mesi. Questo significa sei mesi scarsi di lavoro perché, dopo l'estate, inizieranno le grandi manovre e si potrà programmare ben poco. Il tempo stringe: siamo veramente agli sgoccioli e credo che sia indispensabile, anziché parlare di coalizioni e di elezioni, discutere di cose da fare, di obiettivi da conseguire e soprattutto di responsabilità, dalla continuità territoriale alla sanità, all'industria. Sono i temi che riassumono una sofferenza che l’Isola non merita».
Quindi il suo è un invito a dare il massimo in vista dell’ultima curva?
«Credo che gli obiettivi che ci eravamo dati fossero obiettivi alti, per i quali vale ancora la pena di combattere e di impegnarsi al massimo delle forze».