Tour a Tuvixeddu, l’ira della sorella di Manuela Murgia: «Lucrano, inaccettabile». Gli organizzatori: «Falso»
Le accuse dei familiari della sedicenne che fu trovata morta nel canyon. Ma arriva la replica: «Raccontiamo la necropoli, nessun riferimento a voi»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un tour nella necropoli e lungo il tunnel di Tuvixeddu, come tanti in passato. Ma non per la famiglia di Manuela Murgia, che in quel canyon è stata trovata morta a solo 16 anni nel 1995. Ora che le indagini sono state riaperte e c’è un’inchiesta per omicidio (l’ex fidanzato della ragazza), la sorella Anna parte all’attacco contro gli organizzatori di una passeggiata sul colle cagliaritano e affida ai social un’invettiva contro gli organizzatori della passeggiata, accusati di «lucrare» su una tragedia. Anche se loro avevano già spiegato che no, con il dramma di Manuela e della sua famiglia non vogliono avere niente a che fare.
«Con la fatica immensa del terribile periodo che stiamo attraversando,del dolore che ci accompagna da trent’anni e tutte le difficoltà di cui abbiamo carico, dobbiamo anche affrontare situazioni di questo tipo, dove, a scopo di lucro, viene strumentalizzata la triste storia del ritrovamento di nostra sorella e del luogo dove è stato rinvenuto il suo cadavere». A corredo della “denuncia” affidata ai social c’è una foto: una comitiva di visitatori che ascolta una guida a poca distanza dal punto nel quale venne trovata la sedicenne senza vita.
«Siamo estremamente affranti e arrabbiati per la mancanza di rispetto nei confronti della vittima e della nostra famiglia. Questo fatto ci addolora e ci crea rabbia e sgomento», prosegue la sorella di Manuela. La foto, dice, «è inequivocabile,addirittura ci sono persone con la testa rivolta verso l’alto per notare l’altezza del costone, noto anche il sorriso di chi con assoluta leggerezza si fa scattare la foto. Ho avuto una stretta allo stomaco e un attacco d’ansia. Per me questo è troppo, per noi è troppo. Non si strumentalizza il dolore e non si può lucrare sul dolore e su un grave lutto come questo. È una mancanza di rispetto assoluta».
Gli organizzatori dell’evento, chiamati in causa da Anna Murgia, replicano: «Il nostro è semplicemente un tour guidato che verte su una profonda valenza storica-culturale e paesaggistica della zona di Tuvixeddu. Nel tour raccontiamo della necropoli, del canyon, dello sfruttamento dell'area e del degrado urbano che la contraddistingue», è la precisazione, «nessun riferimento a quanto capitato alla vostra famiglia e ovviamente lungi da noi voler strumentalizzare tale fatto. Speriamo di aver chiarito la situazione».
Enrico Fresu
