Prolungare la frequenza a scuola fino al 30 giugno per recuperare i giorni persi - o spesi in didattica a distanza - a causa dell'emergenza Covid.

Fa discutere una delle proposte che avrebbe intenzione di attuare Mario Draghi, presidente incaricato a formare il nuovo governo, una volta in sella.

Sia i sindacati dei docenti, ma anche gli studenti, stanno infatti sollevando perplessità, anche in Sardegna. Per gli insegnanti la priorità resta, più che l'allungamento dell'anno scolastico, la possibilità di accedere al più presto al vaccino.

Proprio la campagna vaccinale è un'altra delle priorità del nuovo esecutivo in pectore. Una volta insediato, l'ex presidente della Bce dovrà infatti accelerare il piano di somministrazione nazionale, che prevede entro la fine di marzo l'arrivo di 14,5 milioni di dosi: 9,1 da Pfizer, 4,165 da Astrazeneca e 1,3 da Moderna.

Un piano che la Conferenza delle Regioni ritiene però "in questa fase di difficile applicazione per la carenza delle dosi di vaccino disponibili e per l'indeterminatezza di alcune indicazioni".

In particolare, per le Regioni "risulta necessario chiarire in maniera più specifica quali sono i target prioritari da vaccinare".

Anche l'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu ha sottolineato in questi giorni la necessità di rivedere il piano varato dal Governo che, di fatto, posticipa la seconda fase per la vaccinazione dei soggetti disabili e cronici.

Lo stesso Nieddu in queste ore ha fatto il punto in commissione sulla distribuzione dei vaccini nell'Isola e confermato l'arrivo in Sardegna di 7mila dosi del siero AstraZeneca, che consentirà l'avvio della fase tre con l'immunizzazione dei soggetti fino a 55 anni.

(Unioneonline)

I dettagli su L'Unione Sarda in edicola
© Riproduzione riservata