Un quinto dei lavoratori sardi è dipendente della pubblica amministrazione. Tradotto in cifre, si tratta del 20,4 per cento della forza lavoro.

Un vero e proprio esercito di discendenti di Monsù Travet, l'impiegato pubblico che si occupava di servire fedelmente il Regno sabaudo avendo in cambio solo dispiaceri e vessazioni.

L'elevatissima percentuale di dipendenti pubblici registrata nell'Isola risulta superiore alla media nazionale e a quella europea.

A metterlo nero su bianco è stata una recente indagine condotta dal Centro studi impresa lavoro, che ha rielaborato dati della Ragioneria generale dello Stato e dell'Istat.

I numeri relativi alla Sardegna sono simili a quelli delle altre Regioni a statuto speciale e dei territori a più alto tasso di disoccupazione: a guidare la classifica è infatti la Valle d'Aosta con il 22,11 per cento, seguita da Calabria e Sicilia che raggiungono rispettivamente il 21,5 e il 21,3 per cento.

Il dato sardo si colloca oltre 5 punti percentuali più in alto del valore di riferimento italiano: nel loro complesso solo il 14,4 per cento dei lavoratori del Belpaese risulta impiegato in un ente o un'agenzia riconducibile alla miriade di ramificazioni delle pubbliche amministrazioni.
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