Anche il commissario della Provincia di Sassari Pietrino Fois ha rimesso il mandato con una lettera al presidente Solinas per la sua partecipazione al banchetto “proibito” di Sardara. E’ la seconda testa che cade  dopo quella del sindaco di Mandas e direttore generale dell’assessorato agli Enti Locali Umberto Oppus.

LE CONTESTAZIONI – Danno all'immagine e alla reputazione della Regione a livello nazionale e internazionale, utilizzo dei mezzi di trasporto dell'amministrazione non per lo svolgimento dei compiti d'ufficio, uso di servizi telematici e linee telefoniche per esigenze personali: sono alcune delle contestazioni indicate in una delle lettere inviate dall'Ufficio provvedimenti disciplinari a uno dei dirigenti che il 7 aprile hanno partecipato al pranzo "proibito" di Sardara.

Nella lettera si parla di “comportamenti gravi”, “condotte lesive che vanno al di là del normale rapporto di correttezza e collaborazione che lega ogni lavoratore al proprio datore di lavoro” e di “pubblici dipendenti che hanno violato i doveri di diligenza e lealtà".

Particolare evidenza viene data alle disposizioni per gli appartenenti al Corpo forestale, una su tutte: “Il personale adotta un comportamento esemplare e imparziale e agisce con integrità, rispetto e autocontrollo verso i cittadini, tenendo conto in modo del tutto speciale della situazione degli individui in condizioni di particolare debolezza o vulnerabilità”.

Il comandante Antonio Casula è stato il primo ad ammettere di aver preso parte al banchetto delle Terme. Nel provvedimento in capo alla direzione generale del personale sono ricordati i fatti, perlopiù appresi "attraverso i mezzi di informazione, che potrebbero rivestire rilevanza disciplinare" per i dirigenti.

Alla fine, nella contestazione c’è la convocazione per il contraddittorio in difesa del funzionario, che si dovrà presentare anto dieci giorni alla direzione generale dell’assessorato al Personale in viale Trieste.

L’ASSESSORE – "Se uno è nominato - scrive oggi su Facebook l'assessore agli Enti Locali Quirico Sanna - ha il dovere, qualora abbia commesso un errore grave, di dimettersi, ma se uno è eletto il giudizio lo può dare solo il popolo con il proprio voto". 

Poi la stoccata all’opposizione: “C’è gente che pensa che dopo una sonora sconfitta si possa rifare con le dimissioni di chi lo ha umiliato alle elezioni. Diciamo che costui o costoro dovranno aspettare altri 54 mesi”.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata