Microcitemico, lettera aperta dell’Asgop: «Tuteliamo la salute dei nostri bambini»
La presidente Francesca Ziccheddu: «Quando abbiamo chiamato per Luna nessuno è venuto per provare a salvare la sua fragile vita»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Quando abbiamo chiamato per la nostra Luna qualcuno ha risposto al telefono, pare che fosse un medico, un anestesista, ma nessuno è venuto per provare a salvare la sua fragile vita, nessuno è venuto a portare sollievo e conforto in una situazione troppo dolorosa e critica». A parlare è Francesca Ziccheddu, presidente dell'Asgop: l'associazione sarda dei genitori di oncoematologia pediatrica. Questo il testo integrale della lettera aperta: «Nessuno è arrivato, nemmeno dopo, nemmeno in ritardo. Eppure, pare che questo medico avesse fatto un giuramento, quello di Ippocrate: “In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati”.
La nostra non è una casa qualsiasi, è un ospedale pediatrico dove si curano i tumori dei bambini e da noi quella domenica nessuno è venuto.
Forse questo medico rispondeva alle disposizioni (dis)organizzative dei suoi dirigenti e non più alla sua coscienza, o magari era sfinito dall’assenza di disposizioni, dal doversi esporre a prendere decisioni in autonomia e ad assumersi da solo tutte le responsabilità che chi di dovere non si assumeva. Ma di questa assurda e dolorosa vicenda si sta occupando la procura, che indaga sulla dinamica dei fatti e sulle responsabilità. La nostra associazione sostiene la famiglia in questo percorso di verità e giustizia.
Oggi siamo finalmente e, nuovamente dopo una lunga battaglia, ricollocati nel dipartimento pediatrico dell’azienda Brotzu, ma non abbiamo ancora dei percorsi organizzati e definiti per gestire le situazioni critiche di emergenza urgenza. Abbiamo un indice di occupazione del 150% su 8 posti letto a fronte di 15 previsti dalla Delibera regionale n.59/1 del 4.12.2018 (ancora vigente) con personale di conseguenza esiguo per gestire i reparti di oncoematologia e centro trapianti midollo osseo che si fanno carico di tutta la regione. Insomma, mancano le disposizioni dei dirigenti per definire tutti gli aspetti che possano rendere funzionale l’assistenza.
Ma se i medici rispondono ai dirigenti, a chi rispondono i dirigenti? Ed è possibile che quegli stessi dirigenti che non hanno saputo o voluto affrontare e risolvere i problemi, adesso possano improvvisamente farlo? E perché qualcuno difendeva questi dirigenti dal commissariamento al punto da paralizzare un processo per far ripartire la sanità in Sardegna?
Ieri, infine, è passato un progetto di riorganizzazione che prevede l’istituzione di un ospedale dei bambini e un cambio di rotta dirigenziale e noi attendiamo vigili che si esca dalla palude.
Ancora una volta stiamo provando a sollevare il caso della disparità di cure in Italia. Tutti vediamo, e proviamo sulla nostra pelle ogni giorno, il baratro in cui è piombato il servizio sanitario nazionale da quando è diventato un’azienda gestita con logiche di profitto, smantellato per il prevalere di interessi privati e per favorire la privatizzazione del servizio».
Francesca Ziccheddu
Asgop, Associazione sarda genitori Oncoematologia pediatrica
(Unioneonline)