Mefredone e Fentanyl, le nuove droghe scoperte nelle fogne di Cagliari
Pubblicati i risultati dello studio condotto sulle acque reflue delle città italiane alla ricerca delle sostanze psicotrope: il capoluogo sardo svetta per alcuni valoriAnalisi condotte nelle acque reflue delle città italiane
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«Il carico di massa più basso per entrambi i composti è stato rilevato a Trani e il più alto a Cagliari». Si parla di Fentanyl e del suo metabolita Norfentanyl. E il “carico di massa” è il quantitativo trovato in un giorno rapportato a mille abitanti. La più importante città della Sardegna è quella che, su 19 a livello nazionale, ha fatto registrare il dato più elevato. Le nuove sostanze psicoattive, o droghe, sono state scoperte nelle fogne del capoluogo.
L’analisi è stata condotta dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e i risultati dello studio dal titolo “Inchiesta nazionale sull'uso di nuove sostanze psicoattive in Italia attraverso l'analisi delle acque reflue urbane”, che porta la prima firma di Noelia Salgueiro-González, sono stati pubblicati di recente sulla rivista scientifica “Science of the Total Environment”.
I prelievi, si legge, sono stati effettuati all’imboccatura dei depuratori alla fine del 2020 in 19 grandi città e 14 più piccole. Per la Sardegna ci sono Cagliari e Nuoro.
L’analisi delle acque reflue viene considerata utile per determinare il consumo di qualunque tipo di sostanza: i risultati servono per monitorare la diffusione delle droghe, se accompagnati a quelli dei sequestri e ad altri legati a indagini statistiche.
«I risultati hanno evidenziato l'uso di dieci nuove sostanze psicotrope», si legge, «principalmente catinoni sintetici e triptamine, in tutta Italia. Il metcatinone è stato trovato in tutte le città». Quest’ultimo è noto anche come "Jeff", "Erba gatta" o "Intash": ha effetti psicoattivi e stimolanti. Non è escluso che possa essere utilizzato anche come sostanza per “tagliare” la cocaina.
Cagliari, nei grafici (terza posizione), spicca anche per l’uso di un’altra sostanza: il mefredone. I suoi effetti, si legge nelle riviste specializzate, «sopprimono il senso di stanchezza e di appetito, aumentano il bisogno di muoversi e le prestazioni fisiche, generano stati d’euforia e di grande loquacità, provocano disinibizione e stati di agitazione interiore e d’iperattività».
Anche quello, come tanto altro, finisce nelle fogne.