Voleva cambiare sesso e diventare uomo, ma il padre non accettava la sua decisione e l'aveva persino minacciata.

Lei sarebbe allora andata oltre, arrivando a denunciarlo falsamente di abusi sessuali subiti.

Si è chiuso con l'assoluzione in formula piena il procedimento a carico di un 65enne di Cagliari, accusato di aver "costretto, con la violenza, la figlia maggiore a subire atti sessuali".

Al termine dell'inchiesta, nata dalla denuncia della ragazza (all'epoca dei fatti 27enne), la Procura aveva contestato al padre di essersi "introdotto nella stanza della figlia ed essersi infilato nel letto con lei". Qui, con la ragazza che opponeva resistenza, avrebbe cercato di spogliarla e toccarla. I fatti, secondo la Procura, sarebbero avvenuti tra il febbraio e il marzo del 2016.

L'imputato si è sempre difeso con forza, negando qualsiasi tipo di abuso. E nei giorni scorsi l'assoluzione "perché il fatto non sussiste".

Sullo sfondo ci sarebbe una storia di ignoranza e arretratezza, con un clima di grande tensione tra la figlia e il padre che non accettava l'orientamento sessuale della giovane e la sua decisione di diventare uomo. "Ti brucio i genitali", l'avrebbe minacciata una sera il padre all'apice di un litigio nato proprio da quel desiderio di cambiare sesso.

In una lettera, prodotta dalla difesa durante il dibattimento, la ragazza, prima di andare via di casa per intraprendere comunque, da sola, la strada dell'orientamento sessuale scelta, scriveva alla famiglia accusando i genitori di non averla mai capita, di non averle lasciato l'indipendenza e la libertà in campo affettivo e, soprattutto, rinfacciando al padre di non aver accettato la sua scelta di operarsi.
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