Il precedente di tre anni fa: due croci sull'asfalto di viale Marconi
Le strade di quattro giovani dell'hinterland cagliaritano, di rientro da una nottata trascorsa in discoteca, e di un padre di famiglia, diretto al lavoro all'alba, si incrociano alle 6,20 del 13 dicembre del 2013.
Una Fiat Doblò con a bordo i ragazzi, diretti verso Quartu, sfreccia in viale Marconi. Non si sa chi ci sia alla guida. Sbanda, forse per un sorpasso a un pollicino del Ctm, e invade la carreggiata opposta finendo sulla Renault Clio di un 48enne.
Lo schianto è terribile. Il furgoncino si ribalta e finisce fuori strada: Francesco Orrù, 24 anni, e Michele Annis (21), entrambi di Quartu, muoiono sul colpo.
Un corpo resta schiacciato sotto il Doblò. Gli amici Riccardo Murgia, 19 anni di Selargius, e Mirko Farris, 26, anche lui quartese, sono feriti ma vivi per miracolo. Mauro Durzu, agente in servizio alla sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica è alla guida della Clio e resta incastrato tra le lamiere della vettura: viene estratto dai vigili del fuoco e accompagnato in gravi condizioni al Brotzu. Sottoposto a un intervento chirurgico, non sarebbe in pericolo di vita.
«Abbiamo sentito un boato tremendo. Siamo usciti di casa e davanti ai nostri occhi si è presentata una scena terribile: pezzi di auto da tutte le parti e due giovani incastrati nel Fiat Doblò, immobili», riferiscono dall'officina-abitazione con ingresso proprio davanti al punto dello scontro. Sono i vigili del fuoco della vicina caserma ad intervenire per primi. Per due ragazzi non c'è più nulla da fare. Gli amici sono feriti in modo leggero: sotto choc ma si reggono sulle loro gambe. Preoccupano invece le condizioni di Mauro Durzu, 48 anni, sposato, due figli, braccio destro del sostituto procuratore Alessandro Pili. È cosciente ma è incastrato nell'abitacolo di quel che resta della sua Renault Clio, finita contro un palo dell'illuminazione. Era diretto al lavoro. I vigili del fuoco impiegano un po' per tirarlo fuori dalle lamiere. Poi la corsa in ambulanza al Brotzu. Viste le numerose ferite e lesioni si decide per l'intervento chirurgico. I medici non sciolgono la prognosi ma l'agente della municipale, prestato alla Procura, non sarebbe in pericolo di vita.
Riccardo Murgia, figlio del proprietario del Doblò, ha una ferita alla testa e contusioni su tutto il corpo. L'ambulanza del 118 lo trasporta al Marino. Mirko Farris, l'altro superstite dello schianto, è in stato confusionale. Nonostante una ferita al piede, si dirige verso Quartu chiama al telefono cellulare degli amici che lo raggiungono e lo accompagnano a casa. Non si sente bene e alla fine viene portato anche lui al Marino.