«Il volto guarito dell'amore è la gratuità. Amore che quando è narciso diventa violento».

Monsignor Mauro Maria Morfino scandisce le parole. Ad ascoltarlo, alla Fiera campionaria, circa 300 famiglie arrivate da tutta la Sardegna per il Giubileo regionale della famiglia organizzato nell'ambito dell'Anno santo della misericordia dalla Conferenza Episcopale Sarda.

I matrimoni che falliscono (in Sardegna uno su tre), le unioni civili, la predica antigay di don Massimiliano Pusceddu e l'apertura di Papa Francesco alla convivenza prematrimoniale da preferire ai matrimoni mondani e riparatori ha reso particolarmente interessante l'analisi del tema famiglia dal punto di vista dei cattolici.

«Il giubileo della famiglia non è il segno di esibizione della fede», ha detto il vescovo Mauro. «L'amore deve essere costruttivo, non deve svolazzare e deve essere attento alla realtà dell'altro. L'amore non è vero se è confusionale. Gli amori zabaione non vanno bene. La famiglia è il luogo dell'eccellenza».

Monsignor Morfino prende spunto dalle parole di San Paolo e fa autocritica. L'amore - per il vescovo di Alghero - non è compatibile con gelosia e narcisismo. Il dramma di molte parrocchie e diocesi abitate da «don narcisi e suor narcise, che si autoavvitano. E, come dice il papa, sono una delle realtà più dolenti».

Da una parte i segnali di distensione di Papa Francesco, dall'altra le prediche antigay di don Massimiliano Pusceddu. Corto circuito della Chiesa? «La Bibbia va interpretata. La parola di Dio non va usata come una clava. Quel passo - afferma monsignor Morfino - andava contestualizzato differentemente». Don Max ha sbagliato? «Un pastore quando parla alla sua gente o ha un cuore grande quanto quello di Dio o è meglio che taccia».
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