È tra noi, ma non si manifesta come nei film. Dimenticate le scene de “L’esorcista” (William Friedkin, 1973), anche se sì, sembra sia vero: il demonio può arrivare anche a parlare in aramaico, a calunniare e – soprattutto – a minacciare. «Ma anche lui, quando gli si impone di uscire dal corpo di un posseduto, è soggetto all’obbedienza a Dio».

Ottavio Utzeri, uomo di Chiesa da sempre, con la serenità che gli infonde l’esperienza dei suoi 67 anni, trascorsi per lo più tra deboli e diseredati, da trenta affronta il diavolo da esorcista riconosciuto. Cancelliere dell’arcivescovado, è stato segretario dell’arcivescovo monsignor Ottorino Alberti. Eppure, non si è mai voluto rinchiudere nelle stanze della Curia: dopo aver testato la fede e “chiamata” al Cep, giovanissimo, «ho sempre preferito fare il prete, tra la gente: i fedeli». Ora è parroco della chiesa di San Gregorio Magno, a Cagliari. «Non sempre ci troviamo davanti a possessione demoniaca», dice monsignor Utzeri. «In molti, semmai, c’è la credenza di essere posseduti. C’è chi va dal mago e chi, invece, si rivolge all’esorcista. Spesso, però, il diavolo non c’entra: i problemi sono altri e altrove vanno ricercati».

Monsignor Utzeri, il diavolo esiste per davvero?

«Sì, e opera nel mondo. Ma la sua presenza è secondaria rispetto a quella di Dio. Nel Vangelo ci è presentato da Gesù come omicida e menzognero».

In Sardegna le possessioni sono in aumento?

«Come in molti altri luoghi del mondo, non sono pochi coloro che si avvicinano alla Chiesa e ai sacerdoti per capire se il disagio che stanno vivendo è di natura diabolica o ha un’altra radice. Pensare che tutti coloro che arrivano dai sacerdoti siano indemoniati o anche, semplicemente, disturbati dal diavolo, non corrisponde a verità, perché per ciascuno di loro è indispensabile un processo di discernimento».

C’è qualche dato?

«In tutta l’Isola ci chiedono aiuto e conforto in media mille fedeli all’anno, di cui 250 solo nel Cagliaritano e circa 200 nel Sassarese. Solo nel dieci per cento dei casi ravvisiamo segni di possessione».

Come distinguete un indemoniato da un depresso?

«Nei casi più difficili da identificare è utile l’ausilio di medici psichiatri. A volte la presenza del demonio è evidente, in altri casi occorre discernere se i comportamenti non siano piuttosto effetto di qualche malattia latente o conclamata».

Chi si rivolge all’esorcista?

«Non esiste una categorizzazione. Dai disagiati, ai professionisti, ai politici: non ci sono persone che, più di altre, potrebbero presentarsi al sacerdote».

Esiste ancora il fenomeno delle messe nere?

«Sì, purtroppo questi riti che offendono Dio e la dignità delle persone esistono ancora, anche in Sardegna. Un segno è il furto sacrilego di ostie consacrate, che spesso non finisce sui giornali ma che è ben conosciuto dai vescovi delle diverse diocesi sarde. Di solito questo rituale non avviene in luoghi esterni e facilmente individuabili, ma in case private, anche di notevole valore, dove poter avere la necessaria privacy e la sicurezza».

Che cosa accade alla vittima del male dal punto di vista fisico?

«La persona può essere costretta a compiere gesti, dire parole o assumere pose non naturali, sviluppando un’inaspettata capacità di agire rispetto alla mole fisica o alla normale attitudine di comportamento».

In che modo il maligno arriva a impossessarsi di una vita?

«Non c’è un’unica strada. Intanto, una vita spirituale distratta, superficiale o inesistente. Ma, in genere, a spingere le persone tra le sue grinfie, è la curiosità morbosa per tutto ciò che è occulto o la partecipazione a fenomeni di spiritismo, il desiderio del male per gli altri attraverso rituali specifici».

Qual è il suo aspetto?

«Il demonio non ha aspetto umano: è puro spirito. San Paolo ci dice che può travestirsi da angelo di luce, ma le rappresentazioni iconografiche servono a testimoniare che chi si allontana da Dio ha un aspetto spirituale e interiore orribile. Tradurre questo in immagini di corpi e volti di bestie reali o immaginarie ha, appunto, lo scopo di rappresentare la spaventosa realtà di chi si allontana da Dio».

Il suo primo approccio col maligno?

«Il demonio, essendo un essere spirituale e intelligente, si trova di sicuro in posti lontani da Dio. Ma lo si trova in luoghi perfino ecclesiali, che sono più familiari a Dio e ai credenti, in quanto, proprio per dividere tra loro quelli che credono e per separare i fedeli da Dio, cerca di insinuarsi nel campo in cui crescono grano e zizzania».

Dove avvengono gli esorcismi?

«In genere è meglio cercare locali che siano accanto o dentro le mura della Chiesa. Si deve garantire alla persona e alla sua famiglia il rispetto della dignità e la certezza di non essere messi davanti agli occhi di persone indiscrete».

Come si percepisce la presenza del demonio?

«Soprattutto nelle case, a pelle. Da fatti strani, che non sto a specificare, a sensazioni di disturbo».

Come ci si accorge che in famiglia c’è un indemoniato?

«Un segno è l’avversione al sacro. Potrebbero essere possedute persone che improvvisamente agiscono e parlano senza ritegno, senza limitazioni e senza freni».

Ha la meglio il diavolo anche davanti agli esorcismi?

«No, perché Dio ha già vinto. Il demonio non solo non è onnipotente ma non può nemmeno violare l’interiorità e l’anima della persona. Tenta di raggirarti e di mettere in dubbio la tua fede. Ma anche il maligno è sottoposto all’obbedienza di Dio. E quando l’esorcista gli impone di uscire da un corpo, deve farlo. A volte accade subito, altre volte è necessario di più: il tempo, però, è affidato a Dio».

Lorenzo Piras

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