Salgono ancora i contagi nell’Isola. Secondo l’ultimo report realizzato dalla Fondazione Gimbe, nella settimana 1-7 settembre la Regione Sardegna ha registrato un incremento percentuale dei casi totali di contagio da SARS-CoV-2 del 2%.
Negli ultimi 14 giorni (25 agosto-7 settembre) si rileva inoltre nell’Isola un'incidenza di 223 casi positivi per 100.000 abitanti, dati che lasciano ancora incerta la situazione circa un eventuale passaggio di fascia.

Resta infatti molto critica la situazione degli ospedali: sia le terapie intensive che i reparti ordinari registrano un’occupazione pari al 14%, e dunque 4 punti percentuali in più rispetto al consentito in zona bianca per le intensive e un punto in meno del consentito nei reparti ordinari.

IN ITALIA – Dall'1 al 7 settembre, rispetto alla settimana precedente, si registra invece in Italia e dopo 9 settimane di aumento una diminuzione del 12,5% dei nuovi casi di Covid-19 (39.511 rispetto a 45.134). Scendono anche i casi attualmente positivi, che passano da 137.925 a 133.787.

Il dato va di pari passo a un'ulteriore frenata negli ospedali, dove si rileva un lieve aumento, “solo” dell'1,3% di ricoveri in area medica con sintomi (4.307 rispetto a 4.252) e del 3,5% dei ricoveri nelle terapie intensive (563 rispetto 544). 

"Per la prima volta da fine giugno diminuiscono i nuovi casi settimanali - dichiara Nino Cartabellotta, presidente Gimbe - sia come numeri assoluti che come media dei casi giornalieri che si attesta a 5.644".

In 7 Province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Siracusa (231), Messina (189), Ragusa (170), Trapani (170), Catania (165), Prato (164) e Caltanissetta (159). In aumento i decessi: sono 417, di cui però 82 relativi a periodi precedenti.

"Sul fronte ospedaliero - afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari del Gimbe - frena ulteriormente l'incremento dei posti letto destinati a pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente crescono solo dell'1,3% in area medica e del 3,5% in terapia intensiva". A livello nazionale, secondo il monitoraggio dell'Agenzia Nazionale per i servizi sanitari nazionali (Agenas), conclude Gili, "il tasso di occupazione rimane basso (7% in area medica e 6% in area critica), seppure con notevoli differenze regionali". 

I VACCINI – A preoccupare è invece l’elevato numero di over 50, complessivamente 4,1 milioni (pari al 15,2% delle persone in questa fascia di età), che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali (dal 17,7% della Sicilia al 7,1% della Puglia). Di questi, ben 3,16 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose.

"A fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in questa fascia di età - spiega il report Gimbe - continuano a salire le curve degli under 50, nonostante una flessione di quella 40-49 anni e un iniziale rallentamento di quelle dei 20-29 e 30-39 anni".

Rimane invece costante la salita della fascia 12-19 anni, segnale incoraggiante vista l'imminente riapertura delle scuole.

Nella fascia 12-19 anni, il 40,1% ha completato il ciclo, al 23,1% è stata somministrata la prima dose e il 36,8% non ha ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino, con rilevanti differenze regionali. 

(Unioneonline/v.l.)

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