Consulta: sì al riconoscimento di due madri. Zedda: «Passo importante, ci adegueremo alla sentenza»
Per il primo cittadino «la politica deve intervenire a favore dei diritti, provvederemo alla corretta iscrizione nei registri dello stato civile»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Con una sentenza destinata a segnare un passaggio cruciale nella tutela dei diritti dei minori, la Consulta oggi ha riconosciuto ai bambini nati in Italia da coppie di donne omosessuali grazie alla fecondazione eterologa il diritto ad avere due mamme.
Sulla decisione della Corte Costituzionale è intervenuto con prontezza il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, che ha annunciato l’impegno del Comune ad adeguarsi alla pronuncia: «La sentenza della Corte Costituzionale segna un cambio di passo importante nella sfera dei diritti. In questo caso si tutela una coppia di madri che ha avuto un/a figlio/a con la procreazione medicalmente assistita all’estero, secondo le norme vigenti in quello stato. Il vuoto normativo resta per chi concepisce in Italia, lo stesso vale anche per le donne single».
«Già durante il mio primo mandato – continua il primo cittadino – ci siamo schierati a favore dei diritti. La politica può e deve intervenire, per questo ci adegueremo alla sentenza della Corte Costituzionale che consentirà alle coppie omogenitoriali di riconoscere lo status di figlio/a di entrambe le genitrici attraverso la corretta iscrizione nei registri dello stato civile».
Soddisfazione anche da parte del Partito Progressista della Città di Cagliari, secondo cui quanto stabilito dalla Consulta è «il riconoscimento di un diritto per il quale i nostri gruppi consiliari hanno lavorato con attenzione, già negli scorsi anni, con atti politici e interrogazioni». «Ora a seguito della sentenza n. 68 della Corte Costituzionale i bambini nati grazie alla Pma realizzata all'estero, avranno due madri e potranno essere iscritti all'anagrafe come figli di entrambe».
La Consulta ha messo in luce l’attuale impossibilità per i bambini nati da coppie di donne omosessuali con la fecondazione assistita all’estero, di ottenere fin dalla nascita lo status giuridico di figli riconosciuti anche dalla madre non biologica. Questo, secondo i giudici, costituisce una violazione dell’interesse del minore e dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana.
(Unioneonline/v.f.)