Molte attività commerciali hanno chiuso i battenti, altre minacciano di farlo molto presto se in via Giovanni Maria Dettori a Cagliari non cambierà qualcosa. Colpa della crisi del post pandemia, cui da due settimane si è aggiunto il rischio crolli. Nella facciata di un palazzo, quello rosa subito dopo piazza Mario Aramu verso piazzetta Savoia, si sono aperte delle crepe. Il breve tratto di strada nei pressi dello stabile pericolante è stato transennato, off limits per i pedoni. Per arrivare in via Dettori occorre seguire percorsi spesso in salita, che non invogliano i cagliaritani, ma neppure i turisti.

Lo scenario

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ieri, poco prima delle 14, c’era soltanto una ragazza seduta a un tavolino esterno a consumare un panino e una bevanda. Erano aperti un negozio di souvenir e un altro di scarpe. E i locali di quella che un tempo, in direzione viale Regina Margherita, veniva considerata “sa passillara”, la passeggiata preferita da una Cagliari che non c’è più? Tutti chiusi. «Le attività di ristorazione aprono dopo le 17.30», era la voce di un residente, «ma il movimento qui ormai è pari a zero». Possibile, nel regno della movida del capoluogo regionale? «Purtroppo sì».

I titolari dei locali in crisi

Stefano Trudu, titolare de “Sa Panada”, ricorda che molte attività sono allo stremo: «Chiuderemo anche noi per un po’, temporaneamente. Mi dispiace per i nostri collaboratori». Daniele Canosa, dipendente di “Sardissimo” ricorda che, dal giorno in cui sono state montate le transenne che bloccano l’accesso a via Dettori da piazza Aramu per il pericolo crolli, le vendite di generi alimentari e prodotti tipici «sono calate in modo considerevole». E Fabio Vacca, titolare de “L’Angolo Rosa”, spera che «una soluzione venga trovata per il periodo di Pasqua, quando iniziano a vedersi i primi turisti: con questa chiusura scenderanno verso il porto, da piazza Yenne, qui non passeranno mai». Chiude Gianni Carboni, storico titolare, assieme al fratello Raimondo, del “Caffè Savoia”, auspicando che «i controlli e le rilevazioni sugli immobili pericolanti vengano effettuati senza rimbalzi di competenze tra enti».

Serrande abbassate

Intanto si moltiplicano le chiusure delle attività legate al food: dopo quella del “Little”, è stata la volta del “Buffhouse”, che ha messo all’asta le sue bottiglie più pregiate. Infine “Abissi”: dopo aver abbassato le serrande per causa di forza maggiore («Un palazzo vicino al locale ha cominciato a cedere per motivi ancora sconosciuti e, come un effetto domino, ha iniziato a causare enormi danni strutturali a tutte le abitazioni e ai locali, compreso il mio»), Nicolò Balia, il giovane titolare, che aveva investito tutti i suoi risparmi nel ristorante di mare da 25 copertiha avviato una raccolta fondi su Gofundme.com per raccogliere 70 mila euro, così da riaprire altrove il suo street food di mare. Alla mezzanotte di ieri, grazie a 276 donatori, aveva raccolto 6.869 euro. Chissà se riuscirà nel suo intento. E via Dettori, un tempo cuore e ritrovo dei cagliaritani, dei giovani e della movida in tempi più recenti, tornerà ad essere quella che tutti conosciamo? 

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