"Chi vuole e chi può venga incontro ai gestori di negozi e locali in affitto chiusi in questo momento di emergenza".

Questo l'appello lanciato dal sindaco di Cagliari ai proprietari degli immobili in affitto ai commercianti, agli artigiani e ai liberi professionisti della città costretti alla serrata a causa dell'epidemia di Coronavirus.

Venire incontro. Tradotto: accettare rinvii, rateizzazioni o dilazione dei pagamenti per non mettere ulteriormente in crisi le categorie professionali che in questo periodo non hanno possibilità di entrate.

"Il momento è difficile per tutti, - spiega il primo cittadino - quattro settimane di chiusura stanno mettendo a dura prova la resistenza dei cittadini e dei commercianti. Bisogna fare lo sforzo di venirsi incontro e reggere l'urto - afferma Truzzu, sottolineando che oggi decine di esercizi commerciali sono in crisi".

"Chi non ha un locale di proprietà - aggiunge Truzzu - rischia di chiudere perché non può permettersi di pagare l'affitto. I mancati incassi, la merce che giace invenduta, le incombenze varie rischiano di dare un colpo dal quale potrebbe essere difficile rialzarsi. Veniamoci dunque incontro, - esorta il sindaco - troviamo insieme una soluzione che permetta di andare avanti. Stiamo riflettendo su questa situazione di emergenza inaspettata facendo le opportune valutazioni con le associazioni dei proprietari, degli immobiliari e dei conduttori".

"Insistere con richieste d'affitto a chi da oltre un mese non incassa un euro - conclude il sindaco - potrebbe non servire a nessuno: avremmo un commerciante che chiude e un immobile sfitto. Lo dico e lo sottolineo: chi vuole e chi può. Insisto con il mio appello: lavoriamo assieme per dare un futuro alla nostra città perché salvando gli altri, salviamo noi stessi".

"L'iniziativa del sindaco - è il commento di Carmelo Idda, responsabile Confedilizia Cagliari -, sebbene ispirata da spirito comunitario, potrebbe comportare una grave stortura che è quella di spostare il problema da un privato (l’inquilino) ad un altro privato (il proprietario) senza che a livello politico e normativo sia stato fatto uno sforzo concreto per approntare le misure idonee a compensare la mancata riscossione dei canoni di locazione da parte dei proprietari di locali commerciali che, aderendo alla proposta del sindaco, si vedrebbero comunque costretti a pagare le tasse sui canoni non riscossi nonché l’Imu".

"Se sotto il profilo della tassazione dei canoni non riscossi l'iniziativa politica deve muoversi a livello nazionale, per quanto riguarda l'IMU il ruolo del Comune è fondamentale - aggiunge Idda -. La ragionevolezza è una qualità che di certo non manca ai proprietari immobiliari che già si sono resi disponibili ad una rideterminazione dei canoni, ma questa diponibilità non deve tradursi nel principio generale per il quale per risolvere il problema di un cittadino (l'inquilino) basta accollare quel problema ad un altro cittadino (il proprietario) senza che si renda necessario un intervento a livello delle Istituzioni. L'auspicio è che, pertanto, la sensibilità del sindaco sia colta non solo dai cittadini ma prima ancora dagli Uffici dell'Istituzione che il primo cittadino rappresenta".

(Unioneonline/l.f.)
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