Cagliari, sopravvissuto allo schianto con un’auto contromano: «Mi è andata bene, sono un miracolato»
Marco Tidu, 28 anni, coinvolto nell’incidente sull’Asse mediano provocato da un ottantaquattrenne che ha viaggiato nel senso sbagliato per una decina di chilometri: «Non ricordo niente»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dal letto di ospedale sorride e tranquillizza i suoi familiari e i tantissimi conoscenti: «Visto quanto accaduto, mi è andata molto bene. Sì, sono un miracolato. Ora spero che anche il signore che guidava l’altra auto si possa riprendere». Marco Tidu, cagliaritano di 28 anni, nella notte tra mercoledì e giovedì era al volante della sua Clio: percorreva l’Asse mediano quando la Megane, in contromano, di un 84enne lo ha centrato in pieno. Tidu, volto noto del calcio a 5 sardo (gioca nella Leonardo ed è anche allenatore dell’under 19 della stessa società), è finito al Policlinico per poi essere trasferito al Brotzu per alcuni traumi alla testa. Anche l’anziano, di Villaspeciosa, è stato ricoverato nello stesso ospedale cagliaritano: è in coma farmacologico.
Cosa ricorda dell’incidente?
«Niente. Ho un vuoto. L’ultima immagine che ho di quella sera è in una pizzeria proprio da queste parti, vicino al Brotzu. Poi il buio, fino a giovedì mattina quando ho realizzato di essere in un letto di ospedale. Mi hanno riferito cosa fosse accaduto. E ho capito di essere vivo per miracolo».
Stava rientrando a casa?
«Sì. Mercoledì, dopo una partita amichevole contro la Jasnagora, ho raggiunto Monastir per seguire, come allenatore, l’under 23 impegnata nel match dei sedicesimi della Coppa Italia di divisione. Abbiamo vinto e, aggiungo, schierando tanti giovani under 19. Siamo rientrati a Cagliari e ci siamo fermati insieme ad alcuni dirigenti e giocatori a mangiare una pizza nella zona di Su Planu. Ricordo che ho scherzato e riso. Poi il vuoto. Certamente avevo in programma di riaccompagnare nelle loro abitazioni due giocatori: così ho fatto. Poi, come mi hanno raccontato gli altri, ho avuto l’incidente mentre ritornavo a casa».
Davvero non ricorda di essere salito in auto e di aver percorso l’Asse mediano?
«Ho un buco di parecchie ore. Mi tornano in mente solo delle immagini confuse, come se stessi sognando: un momento di malore in un’ambulanza, un flash in ospedale, forse al Policlinico. Sono stati gli altri a dirmi che ho consegnato io il telefono cellulare ai poliziotti per chiamare mio padre, delle mie urla spazientito perché non ricordavo niente e altri momenti di quella notte».
Quando le hanno riferito la dinamica dell’incidente cosa ha pensato?
«Di essere stato molto fortunato. Appunto un miracolato. Ho degli ematomi alla testa: i medici e il personale del reparto di Neurochirurgia del Brotzu, che ringrazio, stanno tenendo tutto sotto controllo. Per il resto, solo qualche dolore. Nessuna frattura o altri traumi. Insomma, direi che mi è andata molto bene».
Vorrebbe dire qualcosa al conducente, ricoverato in coma farmacologico nel suo stesso ospedale, dell’altra auto?
«So che sta maluccio. Spero si possa riprendere. Mi hanno detto che avrebbe viaggiato contromano per quasi dieci chilometri. Sicuramente ha sbagliato senza ovviamente volerlo. Ma questo conta poco: oramai è successo e mi auguro che anche lui possa stare meglio molto presto».
In molti si sono spaventati e preoccupati per lei anche vedendo le foto delle auto distrutte dopo il terribile scontro frontale?
«Ho ricevuto davvero tantissimi messaggi. E ne arrivano ancora moltissimi. Ringrazio davvero tutti per la vicinanza e l’affetto. Mi fa piacere. E voglio tranquillizzare tutti: mi sto riprendendo e ho una speranza».
Quale?
«Rientrare al più presto in campo. E vorrei essere presente il 22 gennaio quando con l’under 23 affronteremo Roma 1927 al PalaConi negli ottavi di finale di Coppa».
Matteo Vercelli