Un sistema sanitario sull’orlo del baratro, professionisti stremati da turni infiniti, stipendi inadeguati e strutture al collasso. È questa la drammatica fotografia della sanità sarda che oggi porta in piazza il Nursing Up, il sindacato degli infermieri, per denunciare una crisi ormai insostenibile.

Davanti alla sede della Presidenza della Regione, in viale Trento, gli operatori sanitari manifestano contro un sistema che «acrifica i lavoratori e abbandona i cittadini», con conseguenze sempre più evidenti: pronto soccorso sovraffollati, reparti in emergenza e tempi di attesa inaccettabili per visite ed esami.

La carenza di personale cronica costringe infermieri, ostetriche e altre figure sanitarie a turni massacranti, spesso fino a 17 ore consecutive, in condizioni economiche che spingono sempre più professionisti a lasciare la Sardegna.

Si tratta di operatori sanitari costretti a lavorare sotto pressione estrema e di pazienti che vedono peggiorare la qualità dell’assistenza. A tutto questo si aggiunge l’aumento delle aggressioni contro il personale sanitario, vittima di un clima di esasperazione generale.

Il Nursing Up chiede interventi immediati: un piano straordinario di assunzioni per colmare la carenza di personale, un adeguamento salariale che riconosca il valore di chi lavora in prima linea, investimenti mirati per abbattere le liste d’attesa e misure concrete per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.

«La sanità pubblica è a un bivio – afferma Diego Murracino rappresentante regionale del sindacato – o si interviene subito, o si decreta il suo fallimento definitivo».

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