Urla, cartelli e un messaggio inequivocabile: “No alla guerra, no al riarmo”. E ancora “Palestina libera”. Le bandiere della Palestina sventolano a Cagliati accanto a quelle dei Quattro Mori e delle bandiere di A Foras, l’associazione che ha promosso la manifestazione. Al centro, tra i manifestanti una piccola bara bianca e un razzo: simbolo delle morti innocenti di Gaza per via della guerra che imperversa da 20 mesi.

Gli antimilitaristi in piazza Costituzione

Nel giorno della Festa della Repubblica, circa 500 manifestanti  hanno riempito piazza Costituzione a Cagliari e le vie principali del centro per dire «ancora una volta no» alle esercitazioni militari in Sardegna, all’aumento delle spese belliche e al disegno di legge 1660, accusato di voler «imbavagliare ogni forma di dissenso».

Dietro lo striscione “Contro le esercitazioni militari, contro il riarmo, contro il DDL1660 e dalla parte del popolo palestinese”, si è snodata un’onda antimilitarista che denuncia così la crescente militarizzazione dell’Isola, ritenuta «la piattaforma delle più grandi esercitazioni del Mediterraneo» e accusa il governo italiano di spingere il Paese «verso una nuova guerra mondiale». «Le spese militari aumentano mentre sanità e istruzione crollano», gridano gli attivisti.

Il 2 giugno, data simbolo della nascita della Repubblica, nel capoluogo viene vissuto come un paradosso: «Mentre si celebra la Costituzione, si affonda nei finanziamenti alle armi. Il Ddl 1660»,  accusano, «serve solo a criminalizzare chi dissente, anche in forma pacifica».

Non manca il richiamo alla Palestina. I manifestanti esprimono solidarietà alla popolazione sotto assedio, condannano Israele e accusano l’Italia di legittimare le azioni del governo israeliano attraverso armi e alleanze politiche.

«La Sardegna sa cosa significa essere sacrificata per gli interessi militari nazionali – incalzano – e non permetteremo che accada ancora. Né per noi, né per le generazioni future: la storia vi giudicherà».

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