Fino agli anni '60 erano parte integrante del paesaggio urbano. Sotto la Torre dell'Elefante o in piazza Yenne facevano bella mostra con le loro paratie liberty in ghisa poi sostituiti da quegli orribili autopulenti passati a miglior vita nel giro di pochi anni e scomparsi dalla circolazione. A Cagliari i gabinetti pubblici, o i vespasiani di antica memoria, sono ormai reperto di archeologia urbana.

EMERGENZA - Tutta colpa della prostata? "Non direi, perché sono soprattutto donne - dice Mirko Carta, esercente nel quartiere di Stampace alto, a due passi dalla centralissima piazza Yenne - a chiedere di utilizzare il bagno. Un tempo la richiesta veniva camuffata con un'ordinazione, magari un bicchiere d'acqua. Adesso è quasi sempre una richiesta esplicita". Anche perché un'ordinanza comunale obbliga ristoratori e baristi a mettere a disposizione della clientela, anche occasionale, i propri servizi igienici

TURISTI - Domanda che aumenta con l'invasione di turisti nelle strade del centro storico. "Da quando l'ascensore è guasto la richiesta è molto diminuita - afferma uno dei due dipendenti comunali del bagno pubblico di fianco al mercato di Santa Chiara - però è un servizio apprezzato anche perché, oltre questo di Stampace, non c'è un altro bagno pubblico da qui al Castello".

I RESIDENTI - A lamentare l'assenza di bagni pubblici sono anche i residenti delle strade dello shopping e della movida. "La scalinata di Sant'Anna o la piazza Yenne, come tanti altri angoli della città vecchia", dice un abitante della via Azuni, "dalla sera fino a notte tarda si trasformano in orinatoio pubblico, quando non di peggio. E qui parliamo di giovani e giovanissimi, non certo di anziani che devono fare i conti con problemi di incontinenza. Forse una serie di bagni chimici potrebbe - se non altro - evitare lo scempio che ogni mattina, soprattutto nel fine settimana, puntualmente si ripropone".

LATRINE ALL'APERTO - Portoncini di ingresso, zone riservate ai cassonetti, aiuole, sagrati delle chiese, piazzette: sono queste le alternative ai vecchi vespasiani per il popolo della notte. Ma non solo. "Capita di frequente, e non solo nelle ore notturne", dice ancora l'impiegata di uno studio notarile del Corso, "di assistere a queste scene poco simpatiche di chi fa la pipì nell'angolo della strada o dietro i cassonetti. Purtroppo ci stiamo facendo l'abitudine e nessuno più si indigna o denuncia la cosa alle autorità competenti".

DECORO URBANO - "Contro inciviltà e maleducazione poco possiamo fare", afferma Claudia Medda, assessore comunale al Decoro urbano, "mentre abbiamo sistemato in piazza del Carmine una serie di bagni chimici e avviato alla Marina un programma di lavaggio delle strade che estenderemo a tutto il centro storico".

Paolo Matta

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