A Cagliari chiami un taxi e, spesso, non lo trovi. Tra le cause c’era (anche) una battaglia giudiziaria tra la cooperativa Radiotaxi Quattro mori e un gruppo di soci, autisti di auto bianche che erano stati cacciati: il Cda a ottobre li aveva fatti fuori perché considerati inadempienti rispetto a presunti obblighi imposti dall’appartenenza alla coop.

Un provvedimento impugnato da undici ricorrenti, che hanno vinto: il Tribunale di Cagliari, giudice Nicola Caschili, ha annullato l’esclusione, demolendo punto per punto la decisione del consiglio di amministrazione. L’ordinanza sembra anticipare i contenuti di una futura decisione nel merito. 

Funziona così. I tassisti sono lavoratori che agiscono individualmente. Ma si son riuniti in cooperativa per avere garantiti servizi mutualistici, la gestione informatizzata di un centralino che smista le chiamate dei clienti,  un’officina o eventuali auto sostitutive. In cambio, da statuto, hanno l’obbligo di versare una quota di 170 euro al mese nelle casse della società, e sono tenuti “al rispetto delle norme comportamentali individuate nell’ambito dei regolamenti interni, rimanendo tuttavia liberi di organizzare la propria attività con le modalità e nella misura ritenuta opportuna”. 

Ad agosto, invece, i vertici della coop hanno introdotto degli "standard prestazionali” con riferimento al numero di corse da effettuare. Il motivo? “La condotta di alcuni soci meno disponibili (una minoranza, ma comunque elevata perché pari a  20 soci), ai quali è stato imputato di avere effettuato nel mese di luglio un numero di corse assolutamente non adeguato (inferiore alle 130 per mese) al numero delle richieste pervenute alla cooperativa da parte degli utenti, arrecando così un grave danno alla stessa ed al servizio reso”. Quindi si imponevano “almeno 5 corse per giorno e comunque in numero non inferiore a 130 per mese”. 

A ottobre è arrivato il provvedimento: in 13 (su poco più di 70) sono stati accusati di aver rifiutato troppe chiamate e sono stati esclusi. 

Il ricorso attraverso l’avvocato Giuseppe Macciotta è stato immediato. La decisione della coop è stata contestata punto per punto. E dopo la sospensione del tribunale delle imprese è arrivata anche la decisione del Tribunale di Cagliari, firmata dal giudice Nicola Caschili. 

In estrema sintesi, secondo il verdetto i tassisti non hanno altri obblighi oltre al versamento della quota. Inoltre, se non rispondono alle chiamate, è un problema loro, perché non guadagnano. Comunque possono far salire a bordo clienti nelle piazzole di sosta o attraverso contatti diretti. E “se il danno lamentato dalla cooperativa è quello della incapacità di assicurare adeguatamente agli utenti le prestazioni di trasporto”, conclude il giudice, “la riduzione del numero dei soci determinerebbe una ancor minore capacità della cooperativa di farvi fronte”. Esclusione annullata, avevano ragione i tassisti. 

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