Un allineamento catastale effettuato d’ufficio nel 2015 sfuggito nel “dialogo” telematico tra uffici pubblici. Il risultato? Un immobile, una prima casa, per il Fisco diventano due e il proprietario (di uno solo, appunto) si vede recapitare una cartella erariale per non aver pagato l’Imu sulla seconda (che non c’è)  per l’annualità 2020. Somma complessiva richiesta:  3.495 euro. 

Brutta sorpresa di fine anno per A.F., docente di Cagliari, che oggi, 31 dicembre – in tempo per non far scattare la prescrizione – si è visto recapitare la famigerata busta verde con la quale il Comune batte cassa. 

«Il regalo di Capodanno da parte del comune di Cagliari è una cartella erariale per omessi dichiarazione e versamento dell’Imu relativamente alla abitazione di residenza (nonché primo e unico immobile di mia proprietà)»., racconta: «Sono 3.500 euro non dovuti in quanto la prima casa, come è noto, è esente dall’imposta».

Non ha impiegato molto tempo a capire che si è trattato di un errore «però sono dovuto entrare nel sito dell’Agenzia delle entrate, ho dovuto frugare nello storico della proprietà per scoprire che il Comune non ha recepito un aggiornamento catastale di una decina di anni fa».

Insomma: il docente è convinto delle sue ragioni e non verserà un centesimo. «Ma, mi domando: che succede se la notifica arriva a un anziano che non ha dimestichezza col web? O a chi attraversa un brutto momento? E alla fine, in che condizioni è un’amministrazione pubblica che prima di mandare una mannaia come questa non fa una verifica interna o un controllo incrociato nei propri archivi?»

Le rogne per dimostrare l’errore sono a carico del cittadino che, sottolinea A.F. «dovrà attivare il procedimento di annullamento in autotutela».  Ma attenzione, nel documento ricevuto «c’è scritto che  “l’istanza di riesame in autotutela non sospende né interrompe il termine di pagamento”. Quindi, io ho ragione, ma devo comunque pagare». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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