18 agosto 2011 alle 09:16aggiornato il 18 agosto 2011 alle 09:16
Cagliari, una croce per Massimo Zedda"Non l'appenderò, in una teca con doni"
Quando ha messo piede nella sua stanza al secondo piano di palazzo Bacaredda, una delle prime cose che ha fatto è stata togliere il crocifisso dalla parete alle spalle della sua scrivania e sostituirlo con il ritratto del presidente Giorgio Napolitano. Massimo Zedda ha voluto così dare subito un'impronta laica al suo mandato di sindaco. LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SU L'UNIONE SARDAPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un'impostazione che non cambierà nemmeno ora che il collega di Quartucciu, Carlo Murru, gli ha inviato un crocifisso nuovo di zecca e una lettera aperta in cui lo esorta ad appenderlo perché - scrive - «è il simbolo di un sistema di valori, libertà, eguaglianza, dignità umana e tolleranza e quindi anche della laicità dello Stato, princìpi che innervano la Costituzione su cui entrambi abbiamo giurato». L'invito di Murru, per quanto si fondi su valori che Zedda condivide, non sarà accolto. «Il sindaco non lo ha ancora ricevuto ma quando lo avrà si limiterà ad esporlo in una teca assieme ad altri doni ricevuti in questi anni e tenuti in un deposito», informano dallo staff di Zedda.
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