"L’esercito ucraino da solo non può farcela. Per questo il governo sta chiedendo l'aiuto dei civili, distribuendo le armi anche nella capitale. E mio figlio, in questo momento, ha un'arma in mano".

Sono le parole di un uomo di origine ucraina, in Sardegna per motivi di lavoro, raccolte durante la manifestazione andata in scena a Cagliari per chiedere il cessate il fuoco nella nazione attaccata dalla Russia. 

L’uomo vuole restare anonimo, per proteggere l’identità del figlio, che a 32 anni ha deciso di rischiare personalmente la propria vita a Kiev, assediata dalle truppe di Mosca. 

"L'ho sentito poco fa - continua - mi spiega che la situazione è tranquilla, ma ho la sensazione che non mi dica tutta la verità allo scopo di rassicurarmi. Certo, poteva rifiutarsi e farsi gli affari suoi. Ma mi ha detto: ‘Se non lo difendiamo noi, chi lo difende questo Paese?’. In questo momento nessuno può tirarsi indietro". 

(Unioneonline/l.f.)

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