17 dicembre 2011 alle 15:09aggiornato il 17 dicembre 2011 alle 15:09
Cabras rivendica la propria storiaI Giganti di Mont'e Prama restino a casa
L'accordo tra Regione, Sovrintendenza e Comune di Cabras per la 'spartizione' dei Giganti di Mont'e Prama tra Cagliari, Sassari e Cabras è frutto di "una logica coloniale che piega gli amministratori di Cabras al volere dei padroni della politica regionale". Lo sostiene il Comitato Guerrieri di Mont'e Prama in un volantino diffuso a sostegno di una raccolta di firme per riportare a Cabras tutte le statue restaurate a Sassari."La maggior parte delle statue, quelle archeologicamente più rilevanti saranno divise tra Cagliari e Sassari" mentre a Cabras, denuncia il Comitato, arriveranno solo "sei statue e quattro sculture minori, ma solo quando e se ci sarà un museo in grado di ospitarle e comunque dopo il 2013". Nel mirino il sindaco Cristiano Carrus e la sua Giunta comunale, giudicati colpevoli di aver accettato di "svilire il patrimonio culturale e identitario" del paese. Il complesso dei reperti ritrovati finora a Mont'e Prama, spiega il portavoce del Comitato Salvatore Bellu, dev'essere mantenuto compatto e destinato al territorio di provenienza perché solo così potrà esprimere per intero tutto il suo potenziale evocativo, culturale e anche economico, restituendo a Cabras almeno una parte di quanto è stato finora sottratto a vantaggio di musei stranieri e di amministrazioni egemoni. Nei giorni scorsi anche la Provincia di Oristano aveva contestato l'accordo chiedendo che tutte le statue dei guerrieri siano restituite a Cabras.
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