L’attesa per il risultato del voto è simile a quella che si scatena tutte le volte che in un paese si sceglie il nuovo sindaco. Le urne, nel centro del Monte Acuto, si sono aperte alle 8 del mattino e per tutta la giornata davanti ai seggi c’è stata la fila. A Buddusò, ma non solo. Contro la realizzazione della centrale a biomasse progettata dalla società Agripower (il socio di riferimento della Deutsche Bank tedesca) si sono espressi più volte anche gli abitanti dei paesi vicini. Quelli di Alà dei Sardi, prima di tutto.

IL REFERENDUM - Il sindaco di Buddusò, Giovanni Antonio Satta, ha indetto il referendum accogliendo la richiesta di un comitato

popolare che ha fatto partire la battaglia contro la centrale. Il viavai davanti ai seggi (allestiti nelle aule delle scuole elementari e delle medi) fa pensare che il quorum necessario per dare valore al referendum (1.660 votanti) venga superato facilmente. Ma ancora ci sarà da attendere per capire qualcosa di più sul risultato del voto.

LA CENTRALE - L’impianto progettato dalla Agripower dovrebbe sorgere nelle campagne del paese, nella zona di Seau, non molto lontano da una diga, su un’area di oltre circa cinque ettari. Costerebbe ottanta milioni di euro e sarebbe in grado di produrre sedici megawatt di energia all’anno.

LE RAGIONI DEL NO - Il comitato popolare fonda su due ragioni la battaglia contro il progetto: l’impatto ambientale della centrale e i rischi per la salute. Ma la società ribatte: non sarà un inceneritore come qualcuno vuole far credere e sarà un’occasione importante di sviluppo e occupazione per il territorio.

Nicola Pinna
© Riproduzione riservata