10 maggio 2009 alle 17:32aggiornato il 10 maggio 2009 alle 17:32
Ballao, la festa nel fiume che non c'è Un migliaio di persone al Flumendosa
Un migliaio di persone a Ballao per la ''Festa del Flumendosa''. In ottocento hanno mangiato il piatto tipico a base di anguilla, ma anche di salumi, vino e acqua. Un modo come un altro per rilanciare il fiumePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Da quando sono state costruite le grandi dighe a monte, il tratto finale del Flumendosa si è ridotto a un ruscello. E nelle stagioni di siccità rimane anche a secco. Le anguille, un tempo, vera ricchezza di queste limpide acque, sono una rarità. Non per nulla per poter fare la Festa dell'anguilla, la Pro Loco ha dovuto acquistare anguille pescate altrove. Una beffa, là dove le anguille creavano lavoro ed economia. "La realtà è questa - dice Claudio Argiolu, presidente della Pro Loco di Ballao. Nel nostro fiume un tempo trovavano lavoro decine di pescatori. Era ricchissimo non solo di anguille, ma anche di altri pesci d'acqua dolce. Questa giornata vuole essere una denuncia. Chiediamo che il fiume rinasca anche nel suo tratto finale, magari anche attraverso l'immissione costante della quantità minima d'acqua per garantire la sopravvivenza del suo habitat. Un grido d'allarme che non può restare inascoltato". E per stare vicino al grande fiume (per fortuna la stagione delle grandi piogge ha arricchito le falde), si sono dati appuntamenti in tanti. Sono arrivati da tutto il Sarrabus, dal Gerrei, dalla Marmilla e dal cagliaritano: Monserrato, Selargius e Pirri. Una occasione straordinaria per gustare le anguille (due per ciascuno) e per stare davvero a contatto di una ambiente straordinario.
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