C'è una tragica storia di violenza e incesto dietro un infanticidio commesso 15 anni fa in Sardegna e rimasto irrisolto fino ad oggi, quando i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cagliari, hanno arrestato un uomo di 71 anni che sarebbe allo stesso tempo nonno, padre e assassino del piccolo Giorgio, come era stato battezzato al momento del ritrovamento.

Il corpicino del bimbo, morto soffocato per l'ostruzione della trachea con carta igienica, era stato trovato sul greto di un torrente sotto un cavalcavia, il 25 febbraio 1996. Determinante nella soluzione del giallo è stato il supporto delle analisi tecnico-scientifiche con la comparazione del Dna che dopo tanti anni ha consentito l'individuazione dei genitori del piccolo, consentendo ai Carabinieri di scoprire la tragica storia di violenza e incesto.

L'uomo è stato arrestato in esecuzione di un ordine di custodia cautelare emesso dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, Giorgio Altieri, su richiesta del pubblico ministero Alessandro Pili, il magistrato che non si è mai arreso e ha cercato pervicacemente di scoprire gli assassini del piccolo, rifiutandosi di archiviare il caso.

Il corpicino di Giorgio era stato riesumato nel 2004 nel cimitero di Siliqua, per consentire al medico legale il prelievo di campioni di tessuti che sono serviti ad effettuare le comparazioni del Dna che alla fine hanno "incastrato" il nonno-padre e una figlia, venticinquenne all'epoca dei fatti, che avrebbe partorito segretamente il piccolo, ucciso poi dopo pochi giorni e abbandonato sotto una cavalcavia della statale 293, vicino a Siliqua.

La svolta nelle indagini sarebbe avvenuta 10 giorni fa, concentrando i sospetti sull'uomo e facendo intervenire i Carabinieri del Ris che hanno accertato la corrispondenza del Dna della piccola vittima. All'esame del magistrato è ora la posizione della madre del piccolo e non sono esclusi sviluppi nelle prossime ore.
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