Davanti al giudice e al pubblico ministero Gilberto Ganassi, il legale, 62 anni, originario di Arbus, ha risposto a tutte le domande e alle contestazioni che lo indicano come il tramite che la banda utilizzava per il pagamento della droga ai fornitori.

Assistito dall'avvocato Giuseppe Duminico di Monza, Altea ha cercato di chiarire la propria posizione, ribadendo che con gli altri indagati aveva esclusivamente un rapporto di tipo professionale, ormai in alcuni casi datato nel tempo. Ad assisterlo c'erano anche gli avvocati Daniele Condemi e Iacopo Ruggero Porcu.

Il Gip Giorgio Altieri si è presentato poco dopo le 15 davanti alla porta del carcere di Buoncamino, seguito subito dopo dal procuratore aggiunto Ganassi. Mezz'ora dopo è iniziato l'interrogatorio-fiume, verbalizzato dagli stenografi che hanno assistito al botta e risposta incessante. Alla fine i legali di Altea hanno chiesto la detenzione domiciliare o, in ogni caso, la mitigazione della misura cautelare, richieste legate in parte anche alla sua professione dopo che il loro assistito aveva annunciato di "autosospendersi" dall'ordine degli avvocati di Cagliari.

Solo dopo le 20.30, trascorse cinque ore di pesante interrogatorio, i magistrati sono usciti da Buoncammino. Il Gip si è riservato di decidere sull'istanza di arresti domiciliari
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