Lo ha visto un sommozzatore, mentre nuotava nel golfo di Alghero, vicino alle gabbie dell'acquacoltura: tre metri e mezzo di lunghezza, dorso massiccio e muso appuntito. Qualche attimo di esitazione, una sfregatina al vetro della maschera, prima di capire che si trattava proprio di uno squalo. Il terrore a quaranta metri di profondità.

Il sub ha cercato di mantenere la calma, è risalito velocemente in superficie dove, ad attenderlo, c'era un gommone d'appoggio. «Ma l'hai visto?» ha chiesto al compagno seduto ai comandi. Nemmeno il tempo di attendere una risposta che l'esemplare si è materializzato di nuovo, questa volta a due metri dallo scafo, in tutta la sua maestosità. Adesso è caccia aperta allo squalo toro. «Aveva un dorso enorme, di colore scuro e il muso piccolo».

CAPITANERIA Gli uomini della Capitaneria hanno perlustrato il mare con le motovedette in lungo e in largo, senza però scorgere alcun pescecane. «Finora non abbiamo riscontri sulla presenza di un esemplare della famiglia degli squali - assicura il comandante del porto Lorenzo Badano - ovviamente continueremo a monitorare il golfo, a scopo cautelativo».

Il primo e, per adesso, unico avvistamento è avvenuto martedì. Due dipendenti dell'impianto di acquacoltura si erano recati vicino alle gabbie delle orate e delle spigole, poste a circa quattro chilometri dal litorale di Fertilia. Dovevano versare il mangime ai pesci e controllare il buono stato delle strutture sommerse.

RACCONTO «Normalmente nei pressi delle gabbie c'è sempre una grande quantità di boghe e sardine - raccontano dalla Maricoltura - si avvicinano in branco attirate dal cibo. L'altro giorno, invece, intorno agli impianti non si vedeva nemmeno un pesce». Anzi, uno c'era, a dire il vero, del peso di circa centocinquanta chili.

Quello che sembrava essere uno squalo toro, si aggirava lento accanto alle gabbie: all'animale quella scatola metallica zeppa di piccole prede sarà apparsa come un'oasi nel deserto di sabbia.

Il subacqueo di turno se l'è trovato davanti improvvisamente e ha pensato bene di allontanarsi dalle gabbie per raggiungere il compagno che era rimasto a bordo del gommone. Poi, insieme, sono tornati velocemente in porto. Hanno raggiunto l'Ufficio circondariale marittimo per segnalare l'accaduto.

CONTROLLI Il tenente di vascello Lorenzo Badano ci tiene a non creare allarmismi. «Abbiamo inviato le nostre motovedette per due giorni di seguito - dice - gli equipaggi non hanno visto niente che assomigliasse a uno squalo». La notizia ha fatto il giro della Riviera, suscitando meraviglia e paura.

AVVISTAMENTI I corallari, intanto, confermano di aver scorto alcuni esemplari durante le battute di pesca all'oro rosso, ma a profondità molto più elevate. Il Carcharias taurus, infatti, abita tutte le acque costiere del mondo, anche quelle del Mar Mediterraneo quindi e, seppure non sia considerato tra le specie più aggressive, può rappresentare comunque un pericolo per l'uomo.

CATERINA FIORI
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