È stata fissata la data per la manifestazione unitaria sulla sanità annunciata da Cgil, Cisl e Uil: si svolgerà a Cagliari, in piazza del Carmine, il 22 ottobre.

Le rivendicazioni sindacali si concentrano sulla gestione dell’emergenza e sull’avvio della programmazione, per questo sono mobilitate persone da tutta la Sardegna: “Non c’è un’organizzazione adeguata dei servizi e nemmeno una programmazione socio-sanitaria nel territorio”, spiegano i segretari regionali Samuele Piddiu (Cgil), Gavino Carta (Cisl) e Francesca Ticca (Uil), aggiungendo che “il caos gestionale riguarda tutte le strutture, con una forte carenza di operatori sanitari”.

La realizzazione degli obiettivi dichiarati dal nuovo modello, una volta accantonata la Asl unica, “è ancora lontana – proseguono i rappresentanti –. I reparti degli ospedali e i pronto soccorso sono allo stremo, mancano le strutture intermedie di cura e prevenzione, non c’è alcuna rete, soprattutto a sostegno della popolazione più fragile e bisognosa, non c’è attenzione verso i bisogni delle persone, dall’assistenza primaria dei medici di famiglia, sino a quella ospedaliera”.

Cgil, Cisl e Uil, inoltre, sottolineano l’assenza, in tantissime aree, del livello minimo di cure, assistenza e prevenzione, la carenza di medici generici, di guardie mediche e di pediatri: “Il risultato è che ai cittadini sardi viene negato il diritto alla salute: liste d’attesa infinite, interventi anche urgentissimi rimandati, servizi pubblici inaccessibili”.

Piddiu, Carta e Ticca sollecitano insomma un cambio di rotta sintetizzando le rivendicazioni e le proposte in otto punti: “Un modello di governance che metta al centro l‘integrazione delle reti sanitarie territoriali, investimenti e potenziamento dei servizi; risposte immediate per le patologie dei fragili e degli anziani; rafforzamento delle strutture di tutti i livelli e degli organici, un piano di stabilizzazione del precariato e utilizzo delle graduatorie in essere; un tavolo di verifica e revisione dell’intesa del 2005 che ha posto in carico i costi della sanità al solo bilancio regionale; avvio delle nuove aziende sanitarie con modifiche della riforma per attuare un modello radicato nel territorio, sblocco degli atti aziendali; rilancio delle politiche socio assistenziali e per la non autosufficienza; qualità e diffusione delle prestazioni sul territorio, stop alle liste d’attesa, più specialistica, più prevenzione; verifica del piano di edilizia sanitaria e sviluppo delle nuove strutture sul territorio con attuazione e utilizzo dei fondi del Pnrr e di tutte le risorse disponibili”.

(Unioneonline/s.s.)

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