Nautica

Vento in poppa per gli yacht 

In Gallura crescita del 15 per cento, in mare navigano 21 miliardi di dollari 

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Il lusso non conosce crisi, soprattutto quello che solca i mari. La conferma arriva dai risultati della seconda ricerca del Centro studi Cipnes sul traffico degli yacht in Gallura: nella stagione estiva 2025 è stato superato il dato del 2024 con la registrazione nelle acque della Sardegna nord orientale di 3114 yacht e una crescita del 15,8 per cento. Una conferma per la Gallura, destinazione privilegiata nel Mediterraneo per i superyacht. Meta turistica – fondata sulle robuste radici della Costa Smeralda – ma non solo. Il territorio si consolida come piattaforma strategica per l’industria nautica e l’attrazione di investimenti internazionali nell’Isola.

Lo studio

Lo studio – illustrato ieri a Milano dal curatore Guido Piga – è elaborato dal Cipnes Gallura in collaborazione con UniOlbia e con la Direzione Marittima del Nord Sardegna e fa parte della convenzione firmata dal Cipnes con la Regione per l’internazionalizzazione dell’industria nautica sarda. La prima fase dello studio consiste nell’estrazione dei dati Pelagus della Guardia Costiera, che identificano le imbarcazioni tramite il codice MMSI (Maritime Mobile Service identity) e consente quindi di individuare in maniera precisa gli yacht distinguendoli da altro tipo di imbarcazioni. «Successivamente – spiega il Cipnes – analizziamo il database internazionale del sito specializzato SuperYachtFan, utilizzato per l’identificazione puntuale dei superyacht e per la stima del valore economico complessivo della flotta. Infine utilizziamo le valutazioni delle liste Forbes, impiegate per stimare la ricchezza associata ai proprietari». Tra gli intervenuti alla presentazione Livio Fideli, presidente del Cipnes Gallura; Gianluca D’Agostino, direttore della Direzione marittima del Nord Sardegna; Francesco Mola, rettore dell’Università di Cagliari; Aldo Carta, presidente di UniOlbia e direttore generale del Cipnes.

I dati

L’analisi copre, per il periodo giugno–settembre 2025, sette aree strategiche del litorale gallurese che vanno dalle Bocche di Bonifacio a Tavolara e a San Teodoro. All’interno dei 3.114 yacht, sono stati profilati 347 superyacht per un valore complessivo stimato in 21 miliardi di dollari. Gli armatori provengono da 51 Paesi e hanno un patrimonio personale aggregato di circa 2.000 miliardi di dollari, non troppo distante dal Pil dell’Italia. I primi Paesi sono: Stati Uniti (con 72 proprietari), Regno Unito, Italia, Russia, Germania, Paesi Bassi, Arabia Saudita, Francia, Svizzera ed Emirati Arabi Uniti. La classifica per patrimonio vede invece in testa gli armatori americani (794,7 miliardi di dollari), seguiti da Emirati Arabi Uniti e Francia.

L’analisi industriale

Per quanto riguarda la cantieristica del lusso, il Made in Italy conferma la propria forza industriale: gli yacht prodotti da cantieri italiani sono 113 (32,6% del totale). In questo quadro, spiega il Cipnes, la Sardegna gioca un ruolo di tutto rispetto. «Una quota significativa dell’ecosistema che accompagna i superyacht – in particolare i tender e i RIB utilizzati come mezzi di supporto – è anch’essa frutto della produzione italiana, con una presenza rilevante di cantieri attivi in Sardegna. Si consolida anche il ruolo dell’Isola come piattaforma di servizi avanzati per i superyacht». Secondo lo studio il fatturato complessivo delle aziende attive nell’isola nel refit, nelle riparazioni e nel rimessaggio ha superato i 73 milioni di euro, un dato destinato a crescere con l’approvazione dei nuovi progetti cantieristici previsti in Sardegna.

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