La guerra

Usa, Ue e Kiev correggono il piano 

Nuova bozza ridotta a 19 articoli, ma si aspetta l’approvazione di Trump 

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Luanda. Una girandola d’incontri, vertici e contro vertici, tra Svizzera, Sud Africa e infine Angola. Poi la svolta. Il piano in 28 punti su cui lavoravano Usa e Russia, passato alla stampa non si sa bene se dai russi o dagli americani (ci sono fonti contrastanti al riguardo), è stato “asciugato” dai negoziatori riuniti a Ginevra ed ora consta 19 articoli, a quanto pare ben più accettabili per l’Ucraina come per l’Europa. La direzione è «positiva», ma ci sono ancora delle «questioni da risolvere», ha sintetizzato il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa dopo il vertice Ue straordinario a margine del summit Ue-Africa a Luanda.

«Un sacco di tutto»

Certo, l’incognita alla fine è sempre la stessa: Mosca cosa farà una volta ricevuto il piano debitamente aggiornato? «Abbiamo sentito del piano europeo, che a prima vista è completamente non costruttivo e non ci sta bene - ha ad esempio commentato Yuri Ushakov, il consigliere di Vladimir Putin per gli affari esteri - C’è un sacco di tutto, più un sacco di diverse speculazioni, e non è chiaro a chi bisogna credere». D’altronde è così che è iniziata questa storia, con il segretario di Stato americano Marco Rubio che a un certo punto si è contraddetto persino sul coinvolgimento o meno degli Stati Uniti nella redazione del canovaccio originale. Non è dunque una sorpresa se Putin, in una telefonata con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ha definito il piano americano, così come presentato a Mosca, «una base per una risoluzione pacifica definitiva». Ma il Cremlino batte il tasto sul concetto di bozza europea per criticare le nuove proposte, quando invece si tratta di un testo emendato (sebbene pesantemente). Stando agli ucraini, infatti, il documento uscito da Ginevra è radicalmente diverso. «Sono rimasti pochissimi elementi della versione originale», ha affermato il vicepremier ucraino Kyslytsya.

Il nodo dell’esercito

Entrambe le delegazioni porteranno ora il nuovo accordo a Washington e Kiev per informare i presidenti, che dovranno prendere le «decisioni finali» sulle questioni più problematiche. Non è poco. L’amministrazione Trump contatterà dunque Mosca per cercare di far avanzare i colloqui. «Ora Volodymyr Zelensky deve prendere delle grandi decisioni mentre è responsabilità dei russi decidere cosa fare: se questa proposta, attualmente in elaborazione, dovesse essere rifiutata dai russi, allora avremmo nuovamente la prova che Mosca non è realmente interessata alla pace - ha detto il premier olandese Dick Schoof - Se invece la porteranno avanti, potremo davvero negoziare».

Per la premier italiana Giorgia Meloni, la priorità è arrivare a una «proposta seria» da mettere sul tavolo per vedere «il bluff» di Mosca. A Luanda, al tavolo con i colleghi europei, Meloni ha sintetizzato la telefonata avuta 36 ore prima con Trump, evidenziando l'apertura del presidente degli Stati Uniti a un confronto con i partner sulla proposta in 28 punti presentata dall'amministrazione americana. La strada, è convinta, non deve essere quella di una controproposta, ma un lavoro equilibrato, finalizzato a migliorare il piano, come già è successo nel confronto a Ginevra fra Usa e Ucraina, che ha prodotto una nuova versione della bozza, con 19 punti.

È il momento, ha sottolineato Meloni, di «costruire un percorso concreto verso una pace giusta», garantendo l'impegno su questo fronte. E in questo scenario, secondo l'Italia, l'Europa deve avere «un approccio costruttivo», come ha rimarcato anche Antonio Tajani in una call con gli altri ministri degli Esteri dell'Ue, in cui fra l'altro ha predicato prudenza sui beni russi congelati, chiedendo di «evitare decisioni premature».

In definitiva. l’unità dei 27 - diciamo 26, l’Ungheria gioca una partita solitaria - ha vacillato con l’uscita del piano (definito da fonti diplomatiche «catastrofico»), ma poi si è compattata.

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