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Un’altra legge sarda impugnata a Roma 

Ricorso del Governo contro la manovrina estiva per una norma sul reddito sociale 

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La Corte Costituzionale si esprimerà anche sull’assestamento di bilancio approvato ad agosto dall’Assemblea sarda. Ieri il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare la manovrina estiva da ottocento milioni di euro dove, tra l’altro, era previsto lo stanziamento di trenta milioni per aiutare gli allevatori a uscire dall’emergenza dermatite bovina. È l’ultimo capitolo della relazione travagliata tra il governo centrale e la Sardegna che ritornerà sotto i riflettori anche il 20 novembre, quando la presidente Alessandra Todde e l’assessore al Bilancio Giuseppe Meloni incontreranno il ministro dell’Economia Giorgetti per discutere della vertenza entrate e del credito che da 1,7 miliardi che la Regione vanta nei confronti dello Stato. Tornando all’assestamento, secondo le prime indiscrezioni la bocciatura sarebbe limitata a una sola norma in materia di politiche sociali legata al Reis (Reddito di inclusione sociale). Nulla di grave, dunque, e che non possa essere corretto con una legge ad hoc.

La modifica

Intanto, in settimana è anche attesa la sentenza della Corte Costituzionale sulle Aree idonee. Ieri il Consiglio regionale, sotto gli occhi dei rappresentanti dei comitati per la Pratobello 24, ha dato il via libera ad alcune modifiche alla legge approvata a dicembre 2024, impugnata dal Governo a febbraio e ora sub iudice. Tre articoli per consentire l’installazione di impianti fotovoltaici nei tetti dei centri abitati e nei capannoni delle aree industriali. Una variazione che si è resa necessaria, ha spiegato uno dei proponenti Gianluca Mandas (M5S), «perché si stavano creando alcuni cortocircuiti interpretativi da parte degli uffici locali e da parte degli uffici regionali». E questo testo serve a «dipanare ogni dubbio interpretativo in modo tale che le famiglie, le imprese, e tutti coloro che vogliono installare un impianto per abbattere la propria spesa energetica, per alleggerire i costi aziendali o la bolletta di casa, possano beneficiare dei contributi che la Regione, grazie alla legge sulle Aree idonee, ha messo in campo». Parliamo di 678 milioni, e soltanto per il 2025 sono disponibili 49 milioni di euro.

Mini moratoria

Fin qui nessun problema. Il centrodestra ha storto il naso sulla seconda parte del testo, dove è prevista l’emanazione di un regolamento per dare linee guida anche per la realizzazione di pannelli in aree non idonee. Infatti, per le aree non idonee la legge in attesa di giudizio della Consulta prevede che i Comuni sviluppino degli accordi pubblici-privati da proporre alla Regione per impianti che magari, a livello locale, hanno risvolti significativi e che possono liberarsi, eventualmente, della non idoneità. Ma per fare questo è necessario un regolamento. Ma fino all’emanazione – entro 90 giorni dall’entrata in vigore del testo licenziato ieri – non possono essere presentate nuove istanze e quelle già presentate sono sospese. Per l’opposizione si tratta di una nuova moratoria, né più né meno. Eppure – è intervenuto il capogruppo di FdI Paolo Truzzu, «le sentenze della Corte costituzionale hanno confermato che le moratorie non sono consentite». Da qui il suggerimento di stralciare dal testo la parte sul regolamento. In questo caso, ha chiarito ieri in Aula, «potremo anche votare a favore». Ma la legge è stata approvata così, come licenziata dalla commissione. È stata apportata solo una modifica su proposta del primo firmatario Antonio Solinas (Pd): nei tre mesi prima dell’emanazione del regolamento, sono fatte salve le istanze finalizzate all’autoconsumo e alle comunità energetiche.

«Atto necessario»
Centrodestra all’attacco. «Sui temi energetici abbiamo assistito in questi mesi a una paralisi decisionale - ha fatto notare il consigliere del Misto Alessandro Sorgia - prima con un'inutile moratoria, poi con l'inefficace legge sulle aree idonee, e oggi con un'ulteriore moratoria mascherata».

Ma per l’assessore all’Industria Emanuele Cani (Pd) «questa legge è un atto democratico, necessario. Quello che noi oggi stiamo facendo è porre una pezza, perché vogliamo adempiere all'obbligo che abbiamo assunto in questo Consiglio regionale, e cioè quello di spendere 678 milioni di euro per l'autoconsumo».

Provvedimento inutile

In tribuna per assistere all’esame del testo, anche i rappresentanti dei Comitati della Pratobello 24. «A noi è sembrato che questa proposta di legge servisse per allungare i tempi, noi abbiamo sempre la Pratobello che giace nei cassetti della commissione – fa notare uno dei portavoce, Mario Rubanu - questo sembra un modo per allungare ancora i tempi. Peraltro la legge 20 che vogliono modificare a giorni sarà bocciata dalla Corte Costituzionale, quindi mi sembra un lavoro inutile che serve solo a far slittare la volontà del popolo», Mario Rubanu. Per Davide Meloni «la Pratobello deve entrare in Aula anche per una questione di rispetto nei confronti dei 211mila sardi che hanno firmato».

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