La legge di bilancio è attesa domani sul tavolo del consiglio dei ministri per il varo. Ma sulle misure principali, dalla rottamazione alle pensioni, la partita è ancora aperta. Tutto è legato al contributo delle banche, su cui è in corso un vero e proprio braccio di ferro con gli istituti ma anche interno alla maggioranza. Una situazione di stallo che non si esclude possa spingere l'esecutivo, se necessario, a prendersi del tempo aggiuntivo.
Lo scenario
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, da ieri a Washington per il Fondo Monetario Internazionale, rientrerà a Roma domani. In tempo per la riunione del cdm, al momento confermata nelle agende dei ministri alle 11. Per la presentazione della manovra al Parlamento c’è tempo fino al 20 ottobre, quindi ci sarebbe il margine per un eventuale slittamento a lunedì. Il dossier più complicato è ancora quello delle banche. L'ipotesi messa sul piatto dall'esecutivo sarebbe la possibilità di liberare il capitale messo a riserva (6,5 miliardi) per evitare la vecchia tassa sugli extraprofitti: frutterebbe circa 1,2 miliardi di tassazione ordinaria e, ma questo è un punto dibattuto, altri 1,6-1,7 miliardi da un'aliquota straordinaria fra il 26 e il 27,5%. L'Abi ha già alzato un muro, ribadendo la propria apertura a discutere di Dta su più anni e respingendo l'ipotesi di tassazioni straordinarie. Il governo punterebbe a raccogliere circa 4,5 miliardi complessivamente da banche e assicurazioni.
Sul dettaglio di tutte le altre misure il Mef è al lavoro con conteggi e simulazioni. Sull’Irpef si attende di capire se ci sarà o meno una sterilizzazione del beneficio per i redditi più alti: un indizio lo dà Tajani, facendo intendere che il beneficio sarà «per tutti». Non è ancora chiusa nemmeno la partita sulla rottamazione, fortemente voluta dalla Lega. Riguarderà tutto il 2023, ma resta da definire il perimetro: dovrebbe riguardare le cartelle da mancati versamenti, non quelle da accertamenti. Anche per la sterilizzazione “selettiva” dell’aumento dell’età pensionabile la trattativa è ancora aperta: al momento verrebbe considerata «difficile» l'ipotesi di un aumento a gradini di un mese l’anno, mentre si ragiona sull’esclusione di usuranti e precoci e di chi ha già compiuto 64 anni.
I cambiamenti
Infine sull'esclusione della prima casa dall'Isee, per il tetto del valore catastale spunta l’ipotesi (dopo quella dei 75mila) di 95mila euro. Si attende il testo finale della manovra anche per capire se ci sarà l'Ires premiale. Il ritorno all'iper e superammortamento intanto incassa la promozione di Confindustria: «Credo che sia una buona via, che comunque aiuti le nostre imprese», dice il presidente Emanuele Orsini. Una delle novità è che il governo ha deciso di stanziare due miliardi di euro per favorire l’adeguamento dei salari al costo della vita. La misura dovrebbe prevedere una mini aliquota fiscale del 10% sugli aumenti retributivi previsti dai rinnovi dei contratti di lavoro a partire al primo gennaio 2026 e fino al 31 dicembre 2028.
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