Il serpentone di persone lungo via del Redentore è coloratissimo. I partecipanti reggono i lumini rossi, gialli e bianchi. Poi ci sono le bandiere, tutte uguali. Ciascuna contiene sette colori, quelli dell’arcobaleno, e una scritta bianca, “pace”.
Venerdì sera, poco prima del tramonto, Monserrato è scesa in piazza per dire no alla guerra. Lo ha fatto con una fiaccolata silenziosa, sentita, che ha visto la partecipazione delle parrocchie della città, le associazioni culturali, la politica di maggioranza e opposizione, l’ambasciatore per la pace della Nazionale Mediterranea Ignazio Argiolas. Non un vessillo, non un simbolo di partito, un unico grande sciame che ha coinvolto tutti, anche quei cittadini che dai balconi si sono affacciati per assistere alla ribellione educata. Un corteo di circa quattrocento persone partito dai giardini pubblici, con la testa che avanzava piano verso piazza Maria Vergine, la coda indietro di un centinaio di metri. In mezzo si ricordavano le vittime dei conflitti in corso, si sfilava chiedendo di usare la diplomazia al posto delle armi, qualcuno lo ha fatto con gli occhi lucidi. All'arrivo in Comune il serpente si è trasformato in cerchio, cattolici e laici hanno recitato il Padre Nostro, invocando la liberazione non solo dal male, ma dalla guerra.
«Una risposta sorprendente della città», l’ha definita il promotore dell’iniziativa Piero Carta. «Abbiamo ribadito la necessità di richiamare i valori della pace, della solidarietà, della fratellanza tra i popoli. La lezione della storia ci insegna che la guerra non risolve i problemi. È tempo di ricucire». Tra i promotori Giacomo Meloni, segretario della Conferenza Sindacale Sarda. «Siamo orgogliosi di aver riunito la comunità al di fuori da logiche politiche e di partito, sotto la volontà comune di salvare l’umanità. Gli armamenti, sempre più potenti, rischiano di portare alla distruzione del nostro mondo, ma a tutti i giovani presenti abbiamo ricordato che la pace può vincere». Presente con la fascia tricolore il sindaco Tomaso Locci: «Ringrazio gli organizzatori e i nostri parroci per questa manifestazione apolitica in difesa del valore della vita. Troppi innocenti stanno morendo ed è vergognoso che non si muova un dito per impedirlo».
Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati
Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.
• Accedi agli articoli premium
• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi