Il conflitto

Ucraina in bilico tra scandali e nuovi raid russi 

Mosca attacca le ferrovie Zelensky: «Ora le riforme» 

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Mosca. Oltre ai siti energetici, anche le ferrovie sono sempre più prese di mira nei raid russi sull’Ucraina, che mirano a disarticolare le linee di rifornimento allo sforzo bellico e alla vita quotidiana del Paese, mentre sul terreno continua l’offensiva di Mosca nell’est e del sud e il governo è alle prese con il più grave scandalo di corruzione. A partire da luglio i bombardamenti sul sistema ferroviario sono aumentati di tre volte, ha affermato il vice primo ministro Oleksii Kuleba.

I numeri

«Dall'inizio dell’anno ci sono stati 800 attacchi alle infrastrutture ferroviarie e oltre 3.000 sono state danneggiate», ha riferito Kuleba, citato dal Guardian, parlando di danni per un miliardo di dollari. Mosca continua a dire di prendere di mira solo obiettivi militari, vale a dire infrastrutture energetiche che alimentano il complesso industriale della difesa e linee ferroviarie che trasportano armi e truppe al fronte. Ma è impossibile distinguere i danni provocati alle forze armate ucraine da quelli inflitti alla popolazione civile.

Lo scenario

Kiev continua intanto ad essere scossa dallo scandalo corruzione proprio nel settore energetico, che ha finora portato all’incriminazione di sette persone e le dimissioni di due ministri, e sta sfiorando il presidente Volodymyr Zelensky con le accuse mosse al collaboratore Timur Mindich. L’Ufficio nazionale anticorruzione ha dichiarato di aver presentato una mozione per arrestare l’ex vice primo ministro Oleksiy Chernyshov, mentre il leader ucraino ha provato a reagire annunciando una riforma di tutti gli enti nazionali all'insegna della trasparenza.

Dopo i massicci raid che nella notte tra giovedì e venerdì, gli ucraini denunciano altri attacchi con tre missili e 135 droni, con un bilancio di almeno tre morti nella regione di Kherson e uno in quella di Dnipropetrovsk. Le forze ucraine continuano i raid con droni su infrastrutture energetiche russe. Lo Stato maggiore ha affermato che è stata colpita un'altra raffineria di petrolio, a Ryazan, con «numerose esplosioni» e un «vasto incendio».

La mappa

Sul terreno, l'epicentro dei combattimenti rimane Pokrovsk, dove i russi affermano di avere proseguito nelle ultime 24 ore l'avanzata. Gli ucraini affermano di aver fatto saltare in aria la strada che collega la città a Selydove, una cittadina una ventina di chilometri a sud, in mano ai russi. Secondo il 7° Corpo di risposta rapida delle forze d’assalto aereo ucraine ha permesso di impedire al nemico di «utilizzare questa via per infiltrarsi a Pokrovsk con veicoli leggeri». Le affermazioni delle due parti non sono verificabili, ma le dichiarazioni convergono nel descrivere una accelerazione dell'avanzata russa nella regione meridionale di Zaporizhzhia, ad ovest di quella di Donetsk. Qui il ministero della Difesa russo ha rivendicato la conquista di un altro villaggio, Yablokovo, mentre le forze meridionali ucraine hanno annunciato il ritiro dall'insediamento di Novovasylivske al fine di assumere «posizioni difensive più favorevoli». L’Italia, intanto, sta «per inviare un altro pacchetto di aiuti militari», ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Non perché siamo in guerra con la Russia ma perché vogliamo che l'Ucraina sia messa nelle condizioni di potersi difendere».

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