Reazioni.

Tutta l’informazione scende in piazza: «No alle intimidazioni» 

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Sigfrido Ranucci alle sei di sera si affaccia dalla sede Rai di via Teulada: è commosso, si asciuga gli occhi, lancia baci ai giornalisti, colleghi, amici e sostenitori che si sono radunati lì sotto per mostrargli sostegno, nella manifestazione organizzata da UsigRai, Federazione nazionale della stampa e Ordine dei giornalisti. La folla gli grida «forza» e «siamo noi la tua scorta». È una giornata drammatica. Ma la reazione del suo mondo, quello del giornalismo, è stata immediata. In mattinata l’assemblea urgente del Cdr Approfondimento, che ha dichiarato lo stato di agitazione dei giornalisti Rai e coinvolto gli altri Cdr delle testate aziendali. L’assemblea ha anche lamentato la delegittimazione dei giornalisti Rai, con «attacchi della politica ai giornalisti, chiusura di programmi, taglio delle puntate delle trasmissioni di inchiesta».

Nel pomeriggio sono state organizzate assemblee e manifestazioni in tutte le sedi regionali della Rai. A Cagliari hanno partecipato la segretaria dell’Associazione della stampa sarda, Simonetta Selloni, che ha parlato di «attacco alla democrazia, non solo all’informazione», e il presidente dell’Ordine dei giornalisti Giuseppe Meloni, che ha ricordato anche «le tante intimidazioni, magari meno eclatanti, ai cronisti locali, spesso quelli meno tutelati». In un documento, l’assemblea di redazione della Tgr Rai Sardegna ha affermato che «chi agisce nell’ombra deve avere una risposta chiara: nessuno arretra sulla linea della difesa della libertà di informazione e della democrazia».

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