«Chiediamo che i pazienti nefropatici che hanno la possibilità di accedere al trapianto di rene fuori dalla Sardegna non debbano rinunciare alla possibilità di guarigione perché non hanno le risorse economiche per affrontare un viaggio della speranza che oggi non viene rimborsato dalla Regione». Nelle parole di Giampiero Bindo, presidente dell’associazione nefropatici e trapianti Apent, l’accorato appello alla Regione che parte dal Sulcis ma che, se accolto, può dare speranze ai nefropatici di tutta l’Isola.
La richiesta
Secondo le linee guida del 2002 del Centro nazionale trapianti, un paziente che spera nella possibilità di ricevere un rene, può iscriversi alle liste d’attesa anche nei centri fuori dalla Sardegna, fare tutte le analisi nel centro prescelto dove si viene inseriti in lista e poi arrivare al trapianto: «La legge regionale conferma questa possibilità – spiega Bindo – il problema è che, secondo questa normativa che risale al 1985, per iscriversi occorre presentare una certificazione di un medico della sanità pubblica che attesti che in Sardegna non ci sono altri centri che offrono il trapianto. Il problema è che questa certificazione è complicatissima da ottenere». Il motivo è presto detto: «Fino a qualche anno fa esistevano due possibili centri per effettuare il trapianto in Sardegna, a Cagliari o a Sassari, – spiega Bindo – oggi c’è solo Cagliari e i tempi si fanno lunghissimi. Il problema è che non tutti hanno il tempo di aspettare. Ad esempio ora sto gestendo l’istanza di un paziente di Carbonia che è stato accompagnato a Ancona, dove lo aspettavano per il trapianto, con un volo dell’Areonautica militare perché non c’era il tempo di organizzare il viaggio. Ha svolto tutte le procedure ma purtroppo tutto il periodo trascorso ad Ancora lo ha pagato di tasca. Parliamo di migliaia di euro. Storia analoga, di recente, per una ragazza di Sant’Antioco: è in lista trapianto a Verona ma deve pagare tutto di tasca sua perché non riesce ad avere il certificato previsto dalla norma regionale».
Incontro
Qualche settimana fa i delegati dell’Apent hanno incontrato la presidente della Commissione regionale Sanità Carla Fundoni per chiedere che si faccia il possibile per arrivare a una delibera che risolva questo problema che per troppe persone rappresenta il rischio di rinunciare al trapianto: «Abbiamo trovato molta disponibilità – racconta – questa è una battaglia per tutti i nefropatici sardi, ci auguriamo che le risposte arrivino celermente».
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