C’è il fisco al centro della manovra, a partire dalle riduzioni dell’Irpef e dalla rottamazione. Ma a fronte di 7,9 miliardi di minori entrate, ce ne sono 9,6 di maggiori entrate. I nuovi prelievi pesano in gran parte su banche e assicurazioni, ma ci sono anche tasse che impattano sulle tasche dei cittadini, come il prelievo di 2 euro sui piccoli pacchi extra-Ue, l’aumento delle accise di carburanti tabacchi, la cedolare sugli affitti brevi che sale dalla seconda casa locata in poi.
I benefici
I dati - che prevedono come copertura anche 6,7 miliardi di tagli di spesa, soprattutto dai ministeri, e una rimodulazione da 5 miliardi del Pnrr - sono sul tavolo dei deputati. Le opposizioni hanno presentato 949 emendamenti che però non incideranno sulla manovra, che ormai blindata viaggia verso il voto di fiducia, che sarà posto oggi e votato domani alle 19. L’ok finale è fissato per le 13 di martedì 30. Le tasse comunque mantengono un ruolo centrale. Per i contribuenti le note positive riguardano l’Irpef: la seconda aliquota cala dal 35 al 33%, una posta che da sola vale a regime 3 miliardi. L’impatto parte dai 28mila euro ma i benefici maggiori partono dai 50mila in su. In soldoni valgono 440 euro l’anno e vengono sterilizzati a 200mila euro con il taglio delle detrazioni. C’è poi lo sconto fiscale con una micro-tassa del 5% sugli aumenti contrattuali, ma solo per redditi sotto i 33mila euro lordi. Altri benefici arrivano sui premi di risultato tassati all’1% e sulle retribuzioni per lavoro notturno, festivo e per chi fa turni: pagheranno meno, un 15% di flat tax.
L’iper-ammortamento
Rimangono poi i bonus su ristrutturazioni ed energia: al 50% sulle prime case, al 36% sulle seconde. A questi è legato il credito d’imposta al 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (fino a cinquemila euro). Ma l’alleggerimento fiscale premia anche chi ha ricevuto cartelle dal fisco: la rottamazione vale 1,48 miliardi di minori entrate il prossimo anno. Poi c’è l’ennesimo rinvio di plastic e sugar tax che vale 385 milioni. E infine l’iper-ammortamento per le imprese che migliorano l’impatto energetico (237,7 milioni nel 2026, 842,6 milioni nel 2027, 1.445,2 milioni di euro per il 2028). Ma il fisco in manovra ha anche l’altra faccia, quella che prende. Il conto più salato lo pagano banche e assicurazioni: dall’aumento dell'Irap che vale 1,3 miliardi alla minore possibilità di scaricare le perdite fiscali, fino all’anticipo dei versamenti della tassa sulla Rc auto. Ed è impossibile non immaginare che parte dei costi si scarichino sulla clientela e sulle polizze. Ma ci sono anche aggravi d’imposta che pesano direttamente sui cittadini: 213 milioni sono attesi dall’aumento delle accise su sigarette e tabacchi; 552 milioni da benzina e gasolio; 122 milioni (il doppio l’anno successivo) dal contributo di 2 euro applicato sulle spedizioni sotto i 150 euro provenienti da paesi extra Ue. Vanno considerate anche le tasse sugli affitti brevi, che salgono al 26% dal secondo immobile locato per diventare tassazione societaria dal terzo in su; le rivalutazioni di terreni e partecipazioni; la crescita dal 2 al 4% della tobin tax sulle transazioni finanziarie e l’aumento dell’aliquota sui guadagni da criptoattività (tassa al 33%).
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