Giornata di manifestazioni e scioperi per gli studenti italiani, che sono scesi in cinquanta piazze distribuite in tutto il Paese, dal Trentino alla Sicilia (Sardegna compresa, con una manifestazione a Cagliari), per una serie di rivendicazioni abbastanza eterogenee: dalla difesa della scuola pubblica alle tematiche ambientali, passando per il no al massacro a Gaza e la solidarietà al popolo palestinese.
Le sigle promotrici
«Siamo più di ventimila», hanno scandito a fine giornata i leader della mobilitazione. Fin dalle prime ore del mattino i ragazzi della Rete degli studenti, dell'Unione degli studenti, del Movimento dei giovani palestinesi, di Cambiare Rotta e Osa - queste ultime formazioni giovanili vicine a Potere al popolo e alla Rete dei comunisti - nonché i giovani per il clima di Fridays for Future, si sono dati appuntamento per srotolare striscioni e mettere in atto flash mob e sit-in. A Bologna si sono registrati scontri, e tensioni si sono avute anche a Torino dove la circolazione dei treni è stata rallentata e una ventina di treni sono stati soppressi.
Nessun problema di ordine pubblico invece a Cagliari, dove poco meno di un centinaio di studenti si è dato appuntamento in piazza Garibaldi con striscioni, bandiere e altoparlanti. Dopo aver scandito alcuni slogan, i ragazzi hanno improvvisato un corteo lungo via Sonnino che è poi sfociato nell’area di via Roma, con la presenza delle forze dell’ordine a garantire la sicurezza e limitare le ripercussioni sul traffico.
I volti dei politici
Maggiore agitazione a Roma: i giovani della Rete degli studenti si sono visti all'alba al Pincio da dove hanno esposto uno striscione con la scritta “Agitiamoci”, dando simbolicamente il via alla giornata mentre il corteo ufficiale da Piramide si è mosso alcune ore più tardi verso il ministero dell'Istruzione. Qui, poco prima, i collettivi autonomi dei licei della città - che hanno manifestato separatamente - hanno lanciato vernice rossa e uova ed è stato bruciato un cartello con il volto del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. Sono comparsi anche fantocci della premier Giorgia Meloni, del senatore Maurizio Gasparri e della ministra dell’Istruzione Anna Maria Bernini.
A Torino un gruppo di studenti vicini all'area antagonista presenti in corteo ha forzato un cancello laterale della stazione ferroviaria di Porta Nuova, nel tentativo di raggiungere i binari. L'ingresso è stato bloccato dalle forze dell'ordine, mentre dai manifestanti che spingevano sono stati accesi fumogeni e lanciati petardi contro gli agenti. Dopo circa un quarto d'ora il corteo è ripartito. Una trentina di ragazzi ha raggiunto i binari e la circolazione dei treni è stata fermata per riprendere dopo una ventina di minuti, ma lentamente, per verificare la presenza di persone sui binari.
Nuovi momenti di tensione si sono avuti più tardi: davanti agli uffici della Città metropolitana un gruppo di studenti ha lanciato uova e oggetti contro la facciata e contro le forze dell'ordine che erano schierate all'esterno. Durante i disordini una persona è stata fermata.
La contestazione
Tensioni e cariche a Bologna, dove un corteo di collettivi voleva raggiungere la zona della fiera per contestare i ministri ospiti all'assemblea Anci. La testa del corteo ha provato a sfondare, le forze dell'ordine hanno fatto retrocedere gli attivisti. Dopo una carica, i manifestanti hanno fronteggiato i poliziotti gridando “Palestina libera". Iniziative e proteste anche in Sicilia, da Catania a Palermo; a Taranto, dove i ragazzi hanno esposto cartelli con scritte “Non fermerete il vento”, “Contro la scuola di Valditara”; a Bari dove hanno gridato “Basta investire in armi, investiamo in formazione”, e poi a Napoli, a Firenze - qui si sono fatti sentire soprattutto gli universitari: «Mancano centinaia di posti letto» - e a Milano dove, oltre a ragazzi imbavagliati davanti alla prefettura, sono sfilati cartelli con i volti di Giorgia Meloni ed Elly Schlein con impronte di mani sporche di sangue. Meloni è stata figurata con l'elmetto e la scritta “complice del genocidio”, slogan e impronte rosse ripetute su cartelli con i volti di Salvini, Crosetto, Tajani e Calenda.
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